Vive tra coloro che son sospesi l’Infanta Cristina.
La sua convocazione in tribunale, indagata per corruzione nello scandalo Noos, prevista il 27 aprile è stata momentaneamente sospesa su richiesta della Procura anticorruzione, ma l’ultima parola spetta al tribunale provinciale di Palma.
Dunque sospiro di sollievo tirato a metà per la monarchia spagnola che è nel pieno di una bufera che non accenna ad attenuarsi e la goccia che potrebbe far traboccare il vaso è arrivata proprio mercoledì. Un membro della famiglia reale coinvolto, per la prima volta, così a fondo in un’inchiesta della magistratura.
L’inchiesta iniziata due anni fa, aveva già travolto Iñaki Urdangarin, marito di Cristina, accusato di corruzione per aver fatturato attraverso la fondazione – ong – eventi mai realizzati utilizzando come copertura la sua parentela con la famiglia reale.
Per prendere immediatamente le distanze da un affaire che sapeva di losco Juan Carlos fece cancellare il genero da tutti gli atti ufficiali e dal sito della Casa Reale, arrivando persino a pretendere il divorzio dell’Infanta dall’ex campione olimpico di pallamano. Adesso, però, è diverso perché lo scandalo è entrato dentro le stanze del Palazzo.
Se “la legge è uguale per tutti” vale per Iñaki Urdangarin, più difficile è far valere questo assioma per una figlia. La stessa che ha deciso di schierarsi in tutto e per tutto al fianco del marito, l’uomo che sposò il 4 ottobre 1997 e padre dei suoi quattro figli. Una posizione talmente forte quella di Cristina che la porta non apparire ad alcun evento ufficiale dalla famiglia dall’autunno del 2011.
Fino ad ora è stato fatto l’impossibile per tenere la duchessa di Palma lontana da questa storia. Coinvolgere lei significava coinvolgere direttamente il re in uno dei momenti più difficili del suo regno perché il popolo è stufo degli eccessi di Juan Carlos in un’epoca di crisi economica così forte, le sue leggendarie mille amanti ormai più che un vanto sono diventate un numero a suo discapito, come l’età che avanza e le continue operazioni a cui viene sottoposto.
Da mesi il palazzo di Barcellona dove vivono i duchi di Palma è sotto costante assedio dei media pronti a documentare ogni minima mossa della coppia più chiacchierata di Spagna. La sera del 7 febbraio, dopo aver ricevuto dal giudice Castro la notizia di avvio del sequestro di alcuni beni per coprire il buco di 8 milioni e 200 mila euro, marito e moglie sono stati avvistati a mangiare a “Via Veneto” uno dei ristoranti più prestigiosi della capitale catalana, con menù da circa 125 euro a testa, vini esclusi. Mossa non molto intelligente considerando situazione e periodo.
Per una beffa del destino in questo scandalo si incrocia la data di un glorioso passato con quella di un più decadente presente. Iñaki Urdangarin è stato chiamato a deporre al tribunale di Palma de Mallorca il 23 febbraio, guarda caso lo stesso giorno in cui trentadue anni prima il re Juan Carlos sventò il colpo di stato del colonnello Antonio Tejero. Ricordi di un tempo lontano in cui nessuno avrebbe osato mettere in discussione l’autorità del sovrano.
Adesso in questa caccia alle streghe nessuno esce illeso. Ne sa qualcosa Corinna zu Sayn Wittgenstein, amica nemmeno troppo nascosta del re con lui in Botswana quando si ruppe un’anca durante il safari lo scorso anno. La principessa tedesca, poi risultata estranea, era stata coinvolta nello scandalo dall’ex socio del duca, Diego Torres. Lo stesso che ha fornito al giudice Castro delle mail sufficienti, a quanto pare, per iscrivere l’Infanta Cristina nel registro degli indagati.
La regina Sofia resta il vero caposaldo della famiglia, moglie devota e ottima consigliera del re, che ha fatto del suo ruolo un lavoro svolgendolo nel migliore dei modi possibili e per questo amatissima dal popolo. Un popolo che però vuole dei cambiamenti, è infatti in questo contesto molto difficile per la monarchia che brilla sempre di più la stella di Felipe di Borbone, principe ereditario di un trono che sembra ogni giorno più vicino.
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