Chi guarda ai grandi eventi sportivi, spesso tende a criticare il modo in cui vengono strumentalizzati dai governi e dalle classi dirigenti, utilizzando espressioni come “Panem et Circenses” e “Sport oppio dei popoli”. Tuttavia essi rappresentano una finestra di opportunità anche per coloro che si oppongono alle politiche governative e alla narrazione simbolica che esse vogliono legare all’evento.
La visibilità mediatica internazionale, ottenuta dalle manifestazioni contro la corruzione e il caro biglietti nelle maggiori città brasiliane in parallelo alla Confederations Cup, ne è la riprova. Spentisi i riflettori del “circo mediatico internazionale“, la mobilitazione non si è però esaurita ed anzi è passata dalla mera protesta alla proposta.
Domani, per esempio, il “Comitato popolare” di San Paolo ha organizzato la “Copa Rebelde dos Movimentos Sociais“, un contro-mondiale in miniatura, che sarà l’occasione per evidenziare le criticità e le contraddizioni della politica dei grandi eventi sportivi voluta dal Brasile.
“COPA PRA QUEM?” è probabilmente lo slogan che più di ogni altro spiega il senso della mobilitazione sociale contro il Mondiale Fifa 2014. L’organizzazione di grandi eventi sportivi, infatti, comporta sempre dei “vincitori” e dei “vinti”. Ecco perché, fino alla cerimonia di chiusura, i movimenti sociali resteranno attivi per chiedere che i profitti siano equamente redistribuiti e i diritti non calpestati.