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Com’è Interstellar

Il kolossal fantascientifico campione d'incassi, tra pregi e difetti

Di Anna Giurickovic Dato
Pubblicato il 12 Nov. 2014 alle 10:13 Aggiornato il 4 Nov. 2019 alle 20:05

Interstellar, il nuovo attesissimo film di Christopher Nolan, ha debuttato in Italia lo scorso weekend, arrivando subito in vetta al box office con un incasso di quasi 3 milioni di euro.

In un futuro in cui la natura è sterile e improduttiva, le coltivazioni sono stroncate da piaghe e l’aria è insana, Cooper, ex pilota della Nasa (interpretato da un pregevolissimo Matthew McConaughey), affronta lo spazio alla ricerca di un pianeta fertile che possa ospitare il genere umano, condannato ormai all’estinzione.

Una missione eroica, per definizione, richiede un enorme sacrificio e Cooper se ne va separandosi dai suoi due figli con un arrivederci incerto e la consapevolezza che “bisogna lasciarsi qualcosa alle spalle” per salvare il mondo. La teoria della relatività del tempo e un addio incomprensibile agli occhi di una bambina come Murph (Mackenzie Foy), ne fanno un film incentrato sul tema dell’abbandono. “Ho dei figli, professore./ Va lassù e salvali”.

Un cast squisito con Anne Hathaway, Jessica Chastain, Matt Damon (il grande attore che, dopo Elysium, entra nel cast del kolossal di Nolan con un piccolo cameo), Wes Bentley, Michael Caine (ormai affezionato nolaniano), John Lithgow, Topher Grace, Casey Affleck, David Gyasi, Ellen Burstyn, Mackenzie Foy, Timothée Chalamet e Matthew McConaughey, la punta di diamante e attore dell’anno che, da Dallas Buyers Club e True Detective, passando per l’Oscar, è di nuovo nelle sale a fare record d’incassi.

Un film visivamente impeccabile, confezionato con grande cura, dalla fotografia imponente e dagli effetti speciali di incredibile impatto. Le atmosfere asimoviane, l’intreccio fantascientifico dei codici binari, dei buchi neri e delle cinque dimensioni e la solita capacità di Nolan di tirare con maestria le fila dei suoi nodi onirici, rendono il film avvincente e pieno di suspance.

La sceneggiatura, scritta dai due fratelli Nolan, a dispetto di tanta grandezza è invece fragile ed eterogenea: in alcuni momenti narrativi è didascalica, in altri è eccessivamente autocompiaciuta e presenta cadute liriche forzate, un’ingenuità inaspettata date le ambizioni nolaniane.

Il kolossal fantascientifico dalle pretese kubrickiane presenta una serie di incoerenze che infastidiscono lo spettatore attento: personaggi che scompaiono letteralmente nel nulla, coincidenze inverosimili, temi che vengono introdotti e mai svolti, e il tentativo di lanciare un messaggio forte e profondo che risulta poi svilito da un finale banale.

Nonostante tutto, però, Interstellar è un film che merita di essere visto e dibattuto, per le sue trovate fantascientifiche e l’abilità registica che è unica e visionaria. Nonostante gli strafalcioni, Nolan è un regista a cui si perdona tutto.

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