Carlos Salinas El Loco
In un recente documentario su Diego Armando Maradona appare per pochi secondi il padre di Diego che dichiara la sua passione per un vecchio giocatore del Boca Juniors, Carlos “El loco” Salinas, originario del Tucumán, una regione nel nord-ovest dell’Argentina. Del “Loco” si sono perse le tracce, c’è chi dice che faccia il talent scout per qualche squadra, chi il parcheggiatore dalle parti di Avellaneda.
Ma nessuno si è dimenticato dei suoi anni gloriosi al Boca alla fine degli anni Settanta, del goal contro il Borussia nella finale della Coppa Intercontinentale e dell’aggressione all’arbitro Abel Gnecco che gli costò 25 giornate di squalifica. El Loco è stata la versione argentina di Gianfranco Zigoni (il bomber del Verona che girava in pelliccia con la pistola nella cintura), una vita dedita ai vizi: “Io me la ricordo tutta la cocaina che mi sono tirato in questi anni di merda. Chi è che non l’ha fatto ? Soltanto i poveri non hanno pippato. E non sanno quello che si sono persi”. Così Toni Servillo nel primo film di Sorrentino, ma sembra ritagliata su misura per El Loco.
La sua passione per la cocaina mi ha fatto tornare in mente la scena più bella al cinema degli ultimi anni. Nel “Segreto dei suoi occhi”, Benjamín Esposito e Pablo Sandoval indagano sull’omicidio di una ragazza, Liliana Colotto. Rileggendo le lettere del presunto omicida, Isidoro Gomez, i due notano che l’autore cita continuamente giocatori appartenenti alla squadra del Racing.
A questo punto in un lampo di genio Pablo Sandoval convoca un amico e lo interroga. “Che cosa è il Racing per te?” “Una passione !” “Ma se non vince da 9 anni !” “Ma una passione è una passione !”. “Vedi Benjamin, l’assassino può cambiare volto, casa, famiglia, fidanzata, religione, Dio. Ma non può cambiare una cosa: la passione”. Isidoro Gomez viene alla fine catturato nella curva del Racing, una passione a cui non sa dire di no.