Tony Blair ha deciso che era stato zitto abbastanza. Dopo quasi sei anni in cui, a seguito delle sue dimissioni, ha fatto molta attenzione a non interferire nelle vicende interne al Labour, l’ex primo ministro se n’è uscito con una dichiarazione che non mancherà di causare polemiche. Se alle elezioni del 2010 fosse stato lui il candidato al posto di Gordon Brown, ha detto, si sarebbe evitata la sconfitta disastrosa che si è verificata, con la perdita di più di 90 seggi da parte del partito: “Non sto dicendo che avrei vinto, ma [la competizione coi Tory] sarebbe stata molto più ravvicinata di quanto non sia stata.”
L’affermazione, fatta durante un’intervista a Bloomberg Markets Magazine, mostra che la vecchia rivalità tra Blair e Brown è ancora vivissima. Ma potrebbe anche essere il primo passo di una strategia personale ideata per i prossimi anni. Nel 2007, travolto dal calo della sua popolarità, Blair ha dato le dimissioni da capo del governo e da parlamentare, dedicandosi per anni agli affari internazionali e alla gestione di quello che Bloomberg ha definito un vero e proprio “impero economico”. Che con la sua ultima uscita l’architetto del “New-Labour” si stia preparando a un ritorno ai palazzi del potere londinesi?