Una bambina australiana di due anni, Maia Van Mulligan, nata con una malformazione all’orecchio sinistro, sarà la prima paziente su cui verrà sperimentata una nuova tecnica per impiantare un orecchio funzionante stampato in 3D.
Alla Queensland University of Technology i ricercatori hanno scelto Maia, affetta da microtia, una malformazione congenita che, oltre a causare un mancato sviluppo dell’organo all’esterno, impedisce anche la presenza di un canale uditivo, e quindi di sentire.
La bambina attualmente indossa una fascia che trasmette il suono al cervello, con il cranio come conduttore osseo, ma attraverso fondi stanziati dallo stato australiano, finanziatori privati e un progetto di crowdfunding, sono già in corso gli studi per rendere possibile la risoluzione del problema attraverso la stampa in 3D.
(Una ricercatrice della Queensland University of Technology. Credit: Lisa Yallamas)
Il progetto si compone di due fasi principali: la prima prevede una soluzione a breve termine con un orecchio stampato in 3D realizzato in silicone per uso medico, collegato magneticamente o con della colla. La fase a lungo termine, più ambiziosa, prevede invece di creare un orecchio in 3D dalle stesse cellule del paziente e da impiantare chirurgicamente.
I ricercatori ritengono che le orecchie potrebbero essere disponibili per l’acquisto già nei prossimi due anni, e che se tutto andrà come previsto, potranno essere disponibili a prezzi inferiori a quelli di un paio di occhiali.
Questo un video che spiega i dettagli della tecnologia in questione:
(Credit: canale YouTube AJ+)