“Sono stato zitto, come promesso, fino all’inizio delle consultazioni. Ma ora basta. Lo spettacolo è indecoroso. Oggi iniziano e noi stiamo prendendo da giorni schiaffi da Di Maio e soci. C’è un democratico rimasto che si ribelli ai diktat su Conte e a un negoziato che non ha toccato un tema vero (ILVA, Alitalia, Tap, Tav, RDC, Quota 100..)?!”
Pochi giorni fa, per il “bene del Paese”, Carlo Calenda aveva fatto un passo indietro e sui social aveva annunciato che non avrebbe proferito parola per non intralciare le trattative tra il Movimento Cinque Stelle e il Pd finalizzato alla nascita di un nuovo governo.
Ma questa mattina, dopo essere saltato anche l’incontro tra i pentastellati e i dem, l’ex ministro dello Sviluppo Economico ha ritenuto la misura colma vedendo come questa bozza di accordo (ancora non sancito) stia pendendo molto più dalla parte dei pentastellati, come dimostrato dai temi affrontati in questi incontri fiume delle ultime ore.
Secondo Calenda il Pd sta cedendo troppo alle richiesta della direzione pentastellata, mettendo via tutti i diktat per raggiungere un accordo.
Oltre al Conte bis sono molti altri i temi che l’ex ministro dello Sviluppo Economico ha voluto sottolineare, come ILVA, Alitalia, Tap, Tav, RDC, Quota 100.
Oggi è il giorno decisivo della trattativa Pd-M5S per un accordo di governo, al Quirinale alle 16 inizia il secondo giro di consultazioni del capo dello Stato con presidenti delle Camere e partiti.
Dopo i colloqui di ieri tra i vertici di Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, sono stati programmati per oggi nuovi incontri. Nella giornata di lunedì Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti si sono per la prima volta a un tavolo. In serata il segretario Dem e il capo politico M5S si sono visti anche con il presidente del Consiglio dimissionario Giuseppe Conte, ora in pole per un nuovo incarico. Con loro anche il vicesegretario Pd Andrea Orlando.