Nel mondo c’erano un miliardo di persone nel 1800, due miliardi nel 1987 e più di 7.5 miliardi al giorno d’oggi, secondo le stime delle Nazioni unite.
In media, nascono circa 250 bambini ogni minuto, più di 130 milioni ogni anno. Nel 2100, ci saranno 11 miliardi di persone nel mondo, secondo le stime attuali.
A giugno 2018 l’Onu pubblicherà i nuovi dati sulla crescita della popolazione.
Gli uomini sono più numerosi delle donne dal 1960 e il divario aumenta ogni anno. In Asia e in Europa “mancano” circa 117 milioni di donne, a causa della selezione del genere dei figli che in alcune culture ancora persiste.
In alcune regioni, negli ultimi 30 anni, le nascite maschili sono state fino al 25 per cento superiori rispetto a quelle femminili, riflettendo un persistente stato di inferiorità delle donne.
Lo sbilanciamento tra i due generi avrà delle conseguenze a livello sociale, come l’aumento della violenza sessuale e del traffico di donne.
In che paesi la popolazione cresce più velocemente e dove più lentamente?
Africa e Asia sono le regioni in cui la popolazione cresce maggiormente e in cui ci saranno 15 tra le 20 città più popolose al mondo nel 2050.
Nel 2100, secondo le stime attuali, un terzo della popolazione mondiale (circa 4 miliardi) sarà africana.
Nei paesi dell’Europa occidentale, in Giappone e Russia i tassi di crescita sono minori o quasi fermi.
Le nazioni più popolose al mondo nel 2050
Possiamo sostenere questi numeri?
La popolazione mondiale ha superato i livelli ottimali, secondo l’esperto Paul Ehrlich .
I critici però sostengono che oltre ai numeri, bisogna tenere in considerazione anche i consumi delle popolazioni dei differenti Stati.
La sovrappopolazione è un argomento controverso, spesso utilizzato per puntare il dito contro le parti più povere del mondo con alti tassi di crescita e non contro le regioni più ricche, che sfruttano eccessivamente le risorse naturali.
Cosa influenza la fertilità?
Il tasso di fertilità è dato dal numero di bambini nati per ogni donna in età fertile. Ad influire, sono il potere delle donne, il benessere e lo status del bambini, oltre ai cambiamenti tecnologici ed economici, e le possibilità per le famiglie di pianificare la loro vita.
Anche il livello di educazione, principalmente femminile, è uno degli indicatori più importanti per ipotizzare il numero di figli che la famiglia avrà.
Al momento, il tasso di fertilità a livello globale è di 2.5 bambini per ogni donna. Negli ultimi 50 anni, il tasso si è dimezzato.
Nell’era premoderna, il dato oscillava tra i 4.5 e i 7 figli per donna, ma la crescita della popolazione era rallentata dal tasso di mortalità giovanile.
Con il migliorare delle condizioni di salute, però, il numero delle persone è aumentato e il tasso di fertilità è sceso fino a 2 bambini per donna.
Inoltre, l’uso di contraccettivi femminili è salito notevolmente. Il 64 per cento delle donne sposate o che convivono usano i moderni metodi di contraccezione, secondo le stime del Dipartimento di economia e affari sociali dell’Onu del 2015.
Ma vi è una forte disparità tra regioni e paesi.
In Africa, la percentuale di donne che usano in contraccettivi è la più bassa in assoluto. In alcuni paesi della regione, però, l’utilizzo di questi metodi è aumentato rispetto agli ultimi 40 anni e si prevede che nei prossimi 15 anni si raggiungeranno ottimi risultati in questo ambito.
Se le nascite sono crollate, perché la popolazione continua a crescere?
Anche se il numero di nuovi nati è in diminuzione, le persone vivono più a lungo rispetto al passato.
Il numero delle persone che muoiono ogni anno è meno della metà di quelle che nascono.
Il numero di bambini che muoiono prima di compiere i 5 anni è il più basso di sempre.
L’Africa sub-sahariana ha i tassi di mortalità infantile sotto i 5 anni più alta del mondo: 1 bambino su 13 muore prima dei 5 anni.
Allo stesso tempo, l’aspettativa di vita è superiore agli 80 anni in 30 paesi e più alta dei 70 anni in più di 100 Stati nel mondo.
I 30 territori e regioni con un’aspettativa di vita superiore agli 80 anni
Il declino della popolazione in Occidente è un problema?
Nei paesi più sviluppati il numero di persone anziane è in forte aumento e in Stati come Bangladesh, Cambodia, Mongolia e Vietnam la popolazione sopra i 60 anni triplicherà nel 2050.
Quest’anno, il numero degli ultra sessantenni aumenterà di un miliardo per la prima volta nella storia. Per il 2050, si prevede che saranno due miliardi.
Il crollo delle nascite può significare che i lavoratori più giovani che entrano nel mondo del lavoro saranno di meno, in un momento in cui i costi per la salute e l’assistenza sociale saranno invece maggiori.
Se i paesi decidessero di modificare il sistema pensionistico e di offrire un’occupazione più flessibile al momento del pensionamento, vedendo i volontari più anziani come une risorsa, i membri più anziani della società potrebbero avere una vita più salutare, oltre che più lunga.