Tutti sappiamo che è necessario lavarsi le mani dopo aver compiuto determinati gesti che ci espongono particolarmente al contatto di germi e batteri.
Per questo ognuno di noi si lava (o dovrebbe lavarsi) adeguatamente le mani con il sapone dopo essere andato al bagno, dopo aver toccato qualcosa di molto impolverato o dopo aver accarezzato un animale randagio.
Ma ci sono anche alcune superfici di oggetti con cui siamo in contatto ogni giorno e che sono più sporchi di quanto immaginiamo. Eccone alcuni:
Tocchiamo i nostri telefoni cellulari decine di volte al giorno, come minimo. E nessuno di noi, probabilmente, si cura in particolar modo della loro pulizia, salvo occasionali momenti in cui li strofiniamo con la maglietta. Proprio per questo gli smartphone sono tra gli oggetti più sporchi che tocchiamo.
Un microbiologo intervistato da Business Insider nel 2016 ha spiegato che sui cellulari è possibile trovare batteri e virus dalla pelle, delle vie respiratorie, e persino batteri fecali. Alcuni degli agenti patogeni presenti comprendono escherichia coli, stafilococco resistente alla meticillina, e streptococco.
Lo scienziato consiglia di pulire gli smarphone ogni sera con un panno in microfibra e altri prodotti.
Le lenzuola sporche possono essere un focolaio per gli acari della polvere, le cui feci sono molto allergeniche, le spore fungine, la muffa, la polvere e persino insetti.
I batteri che vi si trovano possono sopravvivere sulla biancheria da letto che non viene lavata regolarmente in acqua calda.
Sebbene questo tipo di batteri viva sulla nostra pelle comunque, se entra nel flusso sanguigno attraverso un taglio può essere fatale in alcune circostanze.
Lavare le lenzuola almeno una volta a settimana è quindi fondamentale.
Secondo uno studio condotto dall’Università di Oxford nel 2012, una singola banconota in Europa contiene in media 26mila batteri che appartengono a diverse specie, alcune delle quali patogene.
Gli euro sono i più puliti, con 11mila microrganismi mediamente presenti. La valuta più contaminata invece è la corona danese (oltre 40mila batteri), seguita dal franco svizzero (più di 32mila batteri).
Secondo molti biologi la spugna con cui laviamo i piatti è l’oggetto più sporco della nostra casa, persino più della tavoletta del water.
Spesso le spugne sono calde, umide, e hanno tracce di cibo e per questo sono terreno fertile per i batteri. Uno studio della NSF (National Sanitation Foundation statunitense) ha rilevato che oltre il 75 per cento delle spugne sono state contaminate con batteri coliformi, che indicano la contaminazione fecale della stessa famiglia della salmonella e dell’escherichia coli.
Per questo è un utile accorgimento utilizzare la candeggina per tenere la spugna pulita.
Anche il panno con cui asciughiamo i piatti dopo averli lavati è spesso poco pulito, per questo è opportuno cambiarlo spesso.
Prima di entrare nella nostra bocca per la pulizia quotidiana, spazzolino viene tenuto in un bicchiere sul lavandino del bagno. Proprio l’aria questa stanza, tuttavia, è piana di batteri che si diffondono ogni volta che tiriamo lo sciacquone.
Per questo il portaspazzolino è perfetto a far arrivare i batteri dal lavandino allo spazzolino.
Un’indagine ha rilevato batteri di stafilococco nel 14 per cento dei portaspazzolini, lieviti e muffe su 64 per cento di questi. Anche questi recipienti quindi vanno tenuti puliti.
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