A soli quattordici anni, Molly ha deciso di togliersi la vita. I genitori della ragazza hanno dato la colpa a Instagram.
“Instagram ha spinto mia figlia a uccidersi”, l’accusa di Ian Russell, padre di Molly Russell, è molto pesante. Ai microfoni della Bbc. i genitori hanno spiegato di aver trovato, guardando i profili social della figlia, immagini inquietanti e che fanno riferimento ad autolesionismo e suicidio.
Il padre della ragazza ha notato che gli algoritmi del social network suggeriscono post correlati alle ricerche, anche se si tratta di immagini che possono incoraggiare depressione e autolesionismo.
La 14enne manifestava il suo disagio psichico attraverso il suo telefono: “I post con parole o tag che cerchi spesso incoraggiano comportamenti che possono causare dolore o condurre anche alla morte. Se stai vivendo una situazione difficile, saremmo lieti di aiutarti”. I campanelli d’allarme non sono stati sufficienti, i genitori non hanno fermato in tempo il suicidio della bambina.
Il suicidio dell’adolescente non è il primo verificatosi negli ultimi mesi. Sono almeno dieci i casi dall’inizio del 2019.
Una di queste ragazze, prima di togliersi la vita aveva scritto: “Una volta che me ne sarò andata, il bullismo e il razzismo si fermeranno”.
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