Il mostro di Loch Ness, il Leviatano, il Kraken: le leggende e la mitologia abbondano di spaventose e terribili creature che vivono sott’acqua e riemergono, di tanto in tanto, dagli abissi.
E seppure spesso siano solamente frutto di fantasia, i mostri marini hanno sempre suscitato una sensazione di terrore negli esseri umani, anche a causa della poca conoscenza che si ha dell’abisso.
Venerdì 9 marzo 2018, il giornale Nature Communications ha diffuso lo studio condotto dall’Università di Copenhagen sul ritrovamento di fossili appartenuti a veri e propri mostri marini.
La scoperta è stata fatta nel nord della Groenlandia, dove sono stati rinvenuti 15 cervelli fossilizzati di un predatore marino, risalenti a 520 milioni di anni fa.
Il nome della creatura è Kerygmachela kierkegaardi, ed era un bizzarro animale acquatico dalla forma ovale, che aveva due lunghe antenne sulla sua testa, undici pinne su ciascun lato e una coda molto sottile.
Il punto fondamentale della scoperta non è stata tanto l’esistenza di una simile creature, ma la possibilità di analizzarne il cervello, per capire in che modo i cervelli antichi si siano evoluti nei complessi centri di comando che sono oggi.
Il cervello del Kerygmachela kierkegaardi, il più antico mai studiato, è risultato essere lungo circa 25 centimetri, e molto meno complesso, non solo del cervello umano, ma anche di quello degli antenati animali studiati finora.
E la scoperta è interessante dal momento che, fino ad oggi, molti ricercatori pensavano che l’antenato comune di tutti i vertebrati e degli artropodi avesse un cervello complesso, simile a quello odierno.
Un’analisi anatomica ha inoltre mostrato che i nervi del cervello del K. kierkegaardi arrivavano fino ai grandi occhi della creatura che, essendo di considerevoli dimensioni gettano anche luce sull’evoluzione degli artropodi.
Gli occhi del K. kierkegaardi sono una via di mezzo tra gli occhi semplici degli antenati più lontani, e gli occhi molto, molto complessi di artropodi.
Quelli recentemente ritrovati sono i primi cervelli fossili conosciuti, e trovati in questo sito. E, grazie a questa scoperta, è stato possibile scoprire che i cervelli e i sistemi nervosi fossilizzati sono più comuni di quanto si creda.