Ma il glifosato è o non è cancerogeno? Se lo chiedono in molti, dopo la sentenza di un giudice della California che ha condannato la multinazionale Monsanto a risarcire con 289 milioni di dollari un giardiniere che sosteneva di essersi ammalato a causa della continuativa esposizione a questo diserbante.
La risposta è che una risposta chiara e definitiva non c’è. La comunità scientifica è divisa sul tema e anche le istituzioni politiche sono orientate su posizioni discordanti tra loro.
Di seguito abbiamo cercato di fissare alcuni punti da tenere presente quando si parla di glifosato e dei presunti effetti cancerogeni.
Cos’è il glifosato
Il glifosato è un un diserbante impiegato in agricoltura dagli anni Settanta.
È un composto chimico costituito da un aminoacido, la glicina, e da una molecola di acido fosfonico unite tra loro da un ponte di azoto.
Il glifosato inibisce un enzima (l’enzima Epsps) presente nel solo regno vegetale e necessario alla sopravvivenza della pianta. Tuttavia alcune coltivazioni geneticamente modificate sono in grado di resistergli.
Semplificando, l’utilizzo di glifosato consente di eliminare le erbacce o le piante infestanti risparmiando invece quelle resistenti che si decide di coltivare.
Dalla sua introduzione ne sono state spruzzate sui campi quasi 9 milioni e mezzo di tonnellate e al momento risulta essere l’erbicida più usato al mondo.
Glifosato e Monsanto
Il glifosato fu scoperto nel 1970 nell’ambito di una ricerca commissionata dalla multinazionale statunitense Monsanto, attiva nelle biotecnologie agrarie.
Nel 1974 la Monsanto lanciò sul mercato Rondup, un diserbante a base di glifosato. Il prodotto arrivò in Italia nel 1977.
La multinazionale ha detenuto l’esclusiva per la produzione di glifosato fino al 2001, quando il brevetto è scaduto.
La sentenza contro Monsanto
Sabato 11 agosto 2018 un giudice del tribunale di San Francisco, in California, ha condannato Monsanto a pagare un risarcimento danni da 289 milioni di dollari a un giardiniere che sostiene che gli erbicidi a base di glifosato prodotti dalla multinazionale gli hanno provocato il cancro.
Al giardiniere, DeWayne Johnson, 46 anni, è stato diagnosticato un linfoma non-Hodgkin nel 2014. L’uomo ha utilizzato per anni i prodotti della Monsanto.
Il giudice californiano ha stabilito che l’azienda sapeva che i suoi diserbanti erano pericolosi e l’ha condannata perché, nonostante questo, non ha mai avvertito i consumatori.
Monsanto ha annunciato che farà appello contro la sentenza. “La giuria ha sbagliato”, ha dichiarato il vicepresidente Scott Partridge davanti al tribunale di San Francisco.
L’azienda nel giugno 2018 è stata acquisita dal gigante farmaceutico tedesco Bayer per 63 miliardi di dollari.
Bayer in una nota si è detta “fiduciosa sulla base della forza della scienza, delle conclusioni a cui sono pervenuti gli enti regolatori di tutto il mondo e di decenni di esperienza”.
“Il glifosato è sicuro e non causa il cancro se usato secondo l’etichetta”, ha assicurato la multinazionale.
Cosa dice l’Europa
Il 27 novembre 2017 la Commissione europea ha rinnovato per altri cinque anni l’autorizzazione all’utilizzo del glifosato sul territorio dell’Unione europea.
A questa decisione si è arrivati dopo un lungo dibattito politico che ha visto l’Italia tra i Paesi più attivi nel chiedere limitazioni all’utilizzo del diserbante.
In precedenza sia l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare con sede a Parma, sia l’Echa, l’Agenzia europea per le sostanze chimiche, erano arrivate alla conclusione che il glifosato non è pericoloso per la salute umana.
La posizione della Commisione europea, tuttavia, non coincide con quella del Parlamento europeo.
L’assemblea aveva dato parere contrario al rinnovo dell’autorizzazione.
Nel febbraio 2018 l’Europarlamento ha istituito una commissione per valutare “potenziali conflitti d’interesse e mancanze nella procedura di autorizzazione dei pesticidi”.
Cosa dice la scienza
La comunità scientifica non ha una posizione univoca sulla nocività del glifosato sulla salute umana.
Glifosato cancerogeno
Lo studio che più di frequente viene richiamato per sostenere che il glifosato è cancerogeno è quello dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc), agenzia intergovernativa con sede a Lione che fa capo all’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms).
Nel 2015 lo Iarc ha pubblicato uno studio nel quale ha inserito il glifosato nella categoria A2 tra i probabili cancerogeni.
La categoria A2, per intenderci, è la stessa in cui sono state inserite le carni rosse.
Nell’autunno 2017 l’agenzia di stampa britannica Reuters ha pubblicato un articolo nel quale sostiene che nella ricerca dello Iarc sul glifosato sono state eliminate alcune risultanze che escludevano un legame tra il diserbante e l’insorgenza di cancro negli animali.
Lo Iarc ha risposto all’articolo di Reuters con una nota nella quale ha smentito di aver alterato i risultati dello studio.
Glifosato non cancerogeno
A fronte della ricerca condotta dallo Iarc, ci sono diversi altri studi che affermano che il glifosato non è in alcun modo cancerogeno.
Tra questi vi è quello realizzato da un pool di ricercatori indipendenti e pubblicato sul Journal of the National Cancer Institute.
“Il glifosato non è statisticamente associato al cancro”, si legge nelle conclusioni della ricerca.
Anche la Commissione Scienza, Spazio e Tecnologia del Senato degli Stati Uniti ha escluso la cancerogenità del diserbante in questione.
Il glifosato in Italia
In Italia, l’uso del glifosato è regolato dal principio di precauzione: il diserbante può essere utilizzato, ma rispettando delle forte limitazioni.
Ad esempio ne è vietato l’uso nella fase di pre-raccolta in agricoltura né in aree urbane come giardini o bordi di strade e ferrovie.
Il glifosato, inoltre, in Italia non può essere utilizzato in combinazione con altre sostanze che ne possono potenziare l’effetto.
Dopo la sentenza emessa a San Francisco, il vicepremier Luigi Di Maio ha scritto su Facebook: “Dobbiamo combattere l’invasione sul nostro mercato di questa sostanza, una minaccia che si concretizza con mostruosi accordi commerciali sottoscritti solo in nome del profitto”
“La salute e il principio di precauzione sono il faro della nostra azione di governo”, ha aggiunto Di Maio. “Basta ad accordi commerciali che mettono a repentaglio la salute dei cittadini”.
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