Il 28 febbraio 2023 viene celebrata la Giornata Mondiale delle malattie rare. Se pensiamo alla vista, oltre 900 sono quelle attualmente identificate. Secondo la rete di riferimento europea ERN-EYE, le malattie rare che riguardano l’organo della vista possono essere raggruppate in tre categorie principali: le malattie che interessano il segmento anteriore dell’occhio, oppure la retina, o quelle che intaccano il nervo ottico e la parte posteriore dell’occhio. Le più conosciute sono, per esempio, per quanto riguarda il primo gruppo, il cheratocono, un assottigliamento della cornea che può colpire uno o entrambi gli occhi i cui effetti sulla visione possono essere ben compensati grazie alle lenti a contatto (rigide ma non solo). Le varie patologie rare hanno diversa natura e spesso coinvolgono, oltre all’occhio, altri organi o funzioni del corpo.
“Diventa importante intervenire in tempo, grazie a diffusi atti di prevenzione. Per ottenere risultati decisivi, occorre un’attenzione a tutto campo che metta in relazione le professioni dell’eye care per tenere sotto controllo l’occhio, cioè l’organo, e la vista, cioè la funzione del sistema visivo. Qui si inserisce la figura del “nuovo” ottico. Grazie alla rinnovata normativa sull’istruzione professionale, questa figura professionale ha include nelle proprie competenze formative la segnalazione al medico di eventuali anomalie che richiedano degli approfondimenti. L’ottico potrà così – più concretamente di quel che già accadeva – diventare la prima linea di controllo, in quanto più diffusa ed accessibile” spiega Giorgio Righetti, direttore dell’Istituto Zaccagnini, scuola per Ottici e Optometristi con sedi principali a Bologna e Milano.
Luigi Fontana, Direttore Scuola di Specializzazione Oftalmologia, Dipartimento di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale dell’Università di Bologna e ospite di recente al XXIV CONGRESSO INTERDISCIPLINARE dell’Istituto Zaccagnini ha affermato quanto il cheratocono sia un caso esemplare: “È una patologia che la quale è oggi possibile un approccio che ne blocca il progredire, a condizione di una diagnosi precoce. In questo caso, in una prospettiva di ruoli complementari e di share-care tra ottico e oculista, l’ottico può svolgere un ruolo importante: segnalando all’attenzione medica eventuali anomalie che riscontri nel corso della misurazione della vista e inserendosi in un contesto di prevenzione.
Il quadro generale di calo costante di medici specialisti, le difficoltà del sistema sanitario dopo l’emergenza Covid e il rinnovato ruolo dell’ottico, da sempre parte del Sistema Sanitario Nazionale (SSN), imporrebbero la definizione di linee guida per l’ottimale collaborazione e per la condivisione di informazioni con le arti, professioni sanitarie e mediche, per garantire meglio il diritto dei cittadini a godere di una buona visione.