Il ghiacciaio Thwaites è un ampio ghiacciaio dell’Antartide che fluisce nella baia di Pine Island. È un territorio talmente remoto che solo 28 esseri umani vi hanno messo piede.
Il Thwaites e il Pine Island insieme formano i cosiddetti “Ghiacciai dell’Apocalisse”. La tenuta di due blocchi di ghiaccio influisce in modo fondamentale sulla sorte del mondo.
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I Ghiacciai dell’Apocalisse, infatti, sono due blocchi di ghiaccio grandi poco più della Francia che fanno da argine a gran parte della calotta polare dell’Antartide. Se il ghiaccio della calotta dovesse sciogliersi, riversandosi nelle acque oceaniche, innalzerebbe di 3 metri il livello del mare e spazzerebbe via tutte le città costiere del pianeta.
Per questo motivo, la comunità scientifica si sta interrogando sulla velocità e sulle modalità con cui questi ghiacciai collasseranno.
In un articolo pubblicato a fine novembre sulla rivista scientifica Grist, il meteorologo Eric Holthaus ha scritto come ci siano buone possibilità che ciò accada nei prossimi 20, 50 anni.
Per studiare il fenomeno e monitorarlo, gli scienziati hanno ripercorso tutte le ere geologiche del pianeta e hanno prestato particolare attenzione alla parte conclusiva dell’ultima era glaciale, in cui le temperature terrestri erano paragonabili a quelle attuali.
È emerso che 11mila anni fa, i ghiacciai della Pine Island Bay sono improvvisamente crollati e hanno allagato le coste del mondo.
Uno studio del 2016 condotto da Tob DeConto e David Pollard, rispettivamente dell’Università del Massachusetts e della Penn State University, ha collegato la conoscenza sull’instabilità dei ghiacciai e le allarmanti rilevazioni in Antartide. Secondo i due studiosi, infatti, le stime sull’innalzamento delle acque marine sono ampiamente da rivedere, come riporta Business Insider.
Nel 2015, l’amministrazione Obama aveva avviato un piano di collaborazione con il governo britannico per il programma di ricerca “How much, how fast?“. Il progetto di ricerca ha lo scopo di studiare il ghiacciaio Thwaites e i suoi movimenti sulla superficie dell’acqua. La ricerca sul campo dovrebbe avere inizio nel 2018 e durare cinque anni.
Kristin Poinar, glaciologa della NASA, sottolinea l’importanza dell’accordo tra i due governi, che rivela tutta l’urgenza del fenomeno.
Lo studio avrebbe probabilmente bisogno di maggior investimenti, ma la completa indifferenza dell’amministrazione Trump alle questioni climatiche e ambientali, è di grande ostacolo. Ne è prova la proposta di bilancio del 2018 della Casa Bianca, in cui compare il primo taglio nella storia recente degli Stati Uniti alla National Science Foundation, che finanzia la ricerca in Antartide.
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