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Sarà possibile capire se una persona è gay solo dal suo viso

Credit: The Guardia

Una controversa ricerca dell'Università di Stanford ha analizzato 35mila immagini facciali riprese da un sito di incontri rivelando che le persone omosessuali hanno una serie di caratteristiche fisiche comuni

Di TPI
Pubblicato il 8 Set. 2017 alle 19:56 Aggiornato il 6 Apr. 2018 alle 12:54

Una ricerca dell’Università di Stanford ha rivelato che esiste un algoritmo informatico capace di distinguere una persona eterosessuale da una omosessuale analizzandone i tratti facciali. Il controverso studio, pubblicato sul Journal of Personality and Social Psychology e ripreso dall’Economist, è basato di un campione di oltre 35mila immagini facciali riprese da un sito di incontri statunitense.

Gli autori della ricerca, Michal Kosinski e Yilun Wang, hanno estratto le caratteristiche delle immagini usando una “rete neurale”, un sofisticato sistema matematico che impara ad analizzare le immagini di grandi database.

Secondo la ricerca, gli uomini e le donne gay hanno la tendenza ad avere caratteristiche ed espressioni “atipiche” per il loro genere, che significa essenzialmente che gli uomini gay sembrano più femminili e viceversa. I dati hanno anche poi individuato alcune tendenze fisiche come ad esempio il fatto che gli uomini omosessuali avessero mascelle più strette, nasi più lunghi e fronti più ampie rispetto agli uomini eterosessuali. Allo stesso modo le donne omosessuali avrebbero in comune la caratteristica di mascelle più grandi e fronti più piccole rispetto alle donne eterosessuali.

Le stesse immagini sono state sottoposte al giudizio umano, ma “i giudici” hanno identificato l’orientamento sessuale corretto solo nel 61 per cento dei casi maschili e del 54 per cento tra quelli femminili, al contrario del software che ha dato la risposta giusta nell’81 per cento dei casi di uomini e nel 74 per cento di donne.

I ricercatori dell’Università di Standford sono giunti alla conclusione secondo cui “i volti contengono molte più informazioni sull’orientamento sessuale di quanto possa essere percepito e interpretato dal cervello umano”.

Secondo gli studiosi, la ricerca “fornisce sostegno alla teoria secondo la quale l’orientamento sessuale deriva dall’esposizione a determinati ormoni prima della nascita, il che significa che l’orientamento sessuale non è una scelta”.

Le critiche allo studio sono state molteplici. Alcuni studiosi hanno suggerito che i dati sull’orientamento sessuale rivelati dall’algoritmo potrebbero rivelare informazioni personali senza il consenso dell’interessato. Un altro scenario poco auspicabile è quello secondo cui i governi dei paesi dove esistono leggi contro la comunità Lgbtq potrebbero fare uso delle intelligenze artificiali in questione per attaccare i propri cittadini.

“È certamente sconvolgente. Come ogni nuovo strumento, se entra nelle mani sbagliate, può essere utilizzato per scopi malvagi”, ha detto Nick Rule, professore associato di psicologia all’Università di Toronto.

Kosinski aveva già portato avanti uno studio, anch’esso controverso, sulla profilatura psicometrica, incluso l’utilizzo di dati Facebook per giungere a conclusioni sulla personalità.

È stato appurato che le campagne elettorali di Donald Trump e quella della Brexit, hanno utilizzato strumenti simili per indirizzare gli elettori, sollevando preoccupazioni sull’uso dei dati personali estrapolati in maniera non consensuale, anche in ambito elettorale.

Nello studio di Stanford, gli autori sono inoltre giunti alla conclusione che l’intelligenza artificiale in questione potrebbe essere utilizzata per esplorare i legami tra le caratteristiche del viso e una serie di altri fenomeni, come le opinioni politiche, le condizioni psicologiche o la personalità.

Tra le critiche avanzate vi è inoltre la preoccupazione che possano un giorno aprirsi scenari appartenenti a un futuro quasi distopico, come il fatto che le persone possano essere arrestate solo sulla base dei propri lineamenti facciali.

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