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Dipendenza da Fortnite: il problema sta diventando serio

I giocatori diventano spesso patologici

Storie di ragazzini che sono diventati dipendenti dal gioco, con danni per se stessi e per le tasche dei loro genitori, spesso inconsapevoli

Di Veronica Di Benedetto Montaccini
Pubblicato il 16 Gen. 2019 alle 11:00 Aggiornato il 16 Gen. 2019 alle 14:14

Fortnite dipendenza, si potrebbe chiamare così.

A giugno 2018, l’Organizzazione mondiale della sanità ha riconosciuto la “dipendenza dai videogame” come una malattia. Probabilmente così tardi perché la situazione peggiora con l’avanzare delle tecnologie.

La patologia potrebbe avere un altro nome:  Fortnite. Al momento il videogame registra 200 milioni di utenze.

Le storie

Per esempio, Bloomberg racconta la storia di Carson, 17 anni e più di 12 ore al giorno passate davanti ad uno schermo tentando di vincere contro gli altri 99 concorrenti della partita. “Avevamo fatto qualche progresso nel convincerlo a ridurre le sue ore di Fortnite e dormire meglio- spiegano i suoi genitori ormai senza speranze – ma è tornato alle sue vecchie abitudini”.

La specialista

Lorrine Marer è una specialista comportamentale britannica che lavora con i bambini che combattono la dipendenza da gioco ed è veramente spaventata da Fortnite: “Non ho mai visto un gioco che abbia un tale controllo sulle menti dei bambini”. Conferma qualcosa che qualsiasi giocatore potrà dire:“Una volta che sei agganciato a questo gioco, è difficile smettere ”.

Tutti uomini

Ci giocano 150milioni di adolescenti maschi. Non è il solito videogame sparatutto: è un fenomeno collettivo e una ossessione generazionale. In pochi mesi ha polverizzato tutti i record. L’ultimo: 628 mila persone hanno seguito in diretta la sfida di un rapper e una star (che dice di guadagnare mezzo milione di dollari al mese in questo modo).

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