Saltare i pasti spesso può renderci nervosi o arrabbiati. La fame può avere effetti gravi sullo stato mentale di un adulto. Ma cosa succede al nostro corpo quando siamo affamati? Che meccanismi entrano in gioco nell’organismo?
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La prima cosa che accade è che le sostanze nutritive del pasto precedente si esauriscono lentamente. Anche se il corpo ha una riserva per le emergenze, ci chiede di mangiare di nuovo per non dover attingere da lì.
Il glucosio, che assumiamo tramite i carboidrati, è generalmente il combustibile primario per il corpo e il cervello. Se i livelli di zucchero nel sangue scendono a un livello troppo basso, il corpo avverte un pericolo, perché al cervello manca la sua risorsa preferita per continuare a funzionare. Ne conseguono difficoltà nel concentrarsi e nel comportarsi secondo le norme sociali, e subentrano sentimenti come l’irritazione.
Il corpo ha molte funzioni per incoraggiarci a mangiare. Quando lo zucchero nel sangue comincia ad abbassarsi, lo stomaco invia un segnale attraverso il nervo vago al cervello, indicando che ha bisogno di cibo. Questo avviso è generalmente accompagnato da una sensazione di vuoto e una sorta di gorgoglio. Una volta che il segnale raggiunge il cervello, quest’ultimo emette una serie di input ad altri organi del corpo per indicare che c’è una possibile emergenza in vista.
In risposta a questo avvertimento, il corpo inizia a rilasciare due ormoni (glucagone e ormone della crescita), che hanno la funzione di rilasciare lo zucchero conservato, in modo che i livelli di glucosio nel sangue aumentino di nuovo.
Il glucagone e l’ormone della crescita dicono al corpo di iniziare a rilasciare il glicogeno per rialzare i livelli di zucchero e impedire al cervello di restare senza cibo. Il problema è che il glucosio presente in quel momento potrebbe non bastare, quindi a seconda di quanto tempo è passato dall’ultimo pasto, il corpo ha bisogno di trovare altri modi per ottenere un po’ di zucchero.
Il cervello a questo punto invia anche un segnale di emergenza, dicendo al corpo di rilasciare due ormoni dello stress dalla ghiandola surrenale, l’epinefrina e il cortisolo.
Questi ormoni vengono rilasciati per attivare il meccanismo di “lotta o fuggi”, per spingere cioè a trovare di cibo a tutti i costi. Ciò provoca ansia, perché il corpo si prepara letteralmente a “combattere” per il cibo.
C’è un altro ormone che viene attivato quando lo stomaco è vuoto: è chiamato grelina e stimola l’appetito.
Quando la grelina è elevata, i livelli di dopamina, l’ormone dell’euforia, legato alla sfera del piacere e al meccanismo della ricompensa, diminuiscono. Fondamentalmente, cominciamo a sentirci piuttosto tristi e arrabbiati poiché abbiamo un livello più basso di ormoni “buoni”, mentre quelli dello stress continuano ad aumentare.
I livelli di dopamina influenzano anche la concentrazione e la capacità di mantenere sotto controllo le nostre emozioni.
A volte il senso di fame ci porta a mangiare qualsiasi cosa senza pensarci, a causa della combinazione tra i bassi livelli di zucchero nel sangue e quelli elevati di epifrina e cortisolo, che favoriscono l’impulsività.
Ciò porta al cosiddetto binge eating, l’abbuffatta.
Il corpo ha quindi diversi sistemi in grado di spingerci a mangiare quando abbiamo fame. Non importa se vogliamo perdere peso o mantenerci in forma, l’obiettivo primario per il nostro cervello è sempre rimanere in vita. È per questo che se vogliamo perdere peso, è meglio farlo a un ritmo più lento, permettendo al corpo di adattarsi lentamente a un minor apporto calorico, piuttosto che lasciarlo morire di fame.