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Vaiolo delle scimmie, l’Oms lancia l’allarme: “Casi in Africa in ascesa. Nuovo ceppo, ora si diffonde nelle famiglie”

Di Niccolò Di Francesco
Pubblicato il 23 Ago. 2024 alle 17:33

Vaiolo delle scimmie, l’Oms lancia l’allarme: “Oa si diffonde nelle famiglie”

L’Oms lancia l’allarme sul vaiolo delle scimmie: l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha dichiarato la malattia infettiva “emergenza globale“, sottolinea come i casi in Africa si stiano rapidamente moltiplicando.

L’epidemia, iniziata nel 2023, nella Repubblica democratica del Congo “sta registrando un numero crescente di casi” e “si sta espandendo anche nei Paesi vicini. Burundi, Kenya, Ruanda e Uganda”.

Il nuovo ceppo del virus “sulla base dei dati epidemiologici disponibili, si è diffuso rapidamente tra gli adulti attraverso un contatto fisico ravvicinato, incluso il contatto sessuale identificato all’interno di reti di prostitute e dei loro clienti”.

Quello che preoccupa, però, è che “man mano che il virus si diffonde ulteriormente, i gruppi colpiti stanno cambiando”. Il nuovo ceppo, infatti, “si sta diffondendo anche all’interno delle famiglie e in altri contesti”.

L’espansione di Mpox nel continente africano “è senza precedenti.Almeno 4 Paesi hanno identificato casi per la prima volta e altri, come la Costa d’Avorio, stanno segnalando focolai riemersi. Le modalità di trasmissione non sono ancora completamente descritte e probabilmente includono la trasmissione esclusiva da uomo a uomo”.

“Nelle aree o negli ambienti di aggregazione con elevata densità di popolazione, nonché nelle reti sessuali ad alto rischio, la trasmissione potrebbe portare a epidemie esplosive, ulteriormente aggravate da spostamenti di popolazione o insicurezza – aggiunge l’Organizzazione Mondiale della Sanità – Al contrario, il virus può anche diffondersi silenziosamente lungo le rotte di viaggio commerciali, poiché in alcuni casi i sintomi potrebbero essere meno gravi, l’accesso ai servizi sanitari in transito potrebbe essere limitato e le preoccupazioni sullo stigma potrebbero indurre le persone colpite a evitare di cercare assistenza”.

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