Si chiamano Tumorial. Sono un piccolo manuale di sopravvivenza per giovani pazienti oncologici –a puntate, su Youtube – realizzato dai ragazzi del “Progetto giovani” della Pediatria oncologica all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano (Int).
I primi dieci episodi sono online da lunedì 10 giugno, sul canale ufficiale del progetto, e parlano dei temi più disparati. C’è Cecilia, che dà qualche consiglio su come gestire i genitori durante la malattia e ricorda che “Anche se siamo adolescenti malati, siamo pur sempre adolescenti”.
C’è chi affronta la questione capelli e illustra diverse alternative: le parrucche, le bandane, i berretti. E poi c’è Matteo: “La testa pelata ci identifica come malati di tumore”, riconosce – non per niente molti di questi ragazzi sono gli stessi che hanno scritto e cantato la hit Palle di Natale a dicembre 2016 – “ma io mi piaccio così”, mette in chiaro.
I protagonisti. A partecipare a quest’iniziativa sono stati 47 pazienti tra i 14 e i 25 anni: alcuni di loro sono attualmente ricoverati all’Int, altri lo frequentano periodicamente per controllare che il cancro non abbia recidive. Altri ancora possono dirsi ormai guariti, ma continuano a tornare nella saletta del settore F – al settimo piano – perché sanno che lì troveranno degli amici, e perché vogliono restituire un po’ del supporto che hanno ricevuto quando ne avevano più bisogno.
Niente fiction. Quello portato avanti dall’Int insieme all’Associazione “Bianca Garavaglia” Onlus e con il sostegno dell’Associazione “Dudù for you” Onlus è un progetto giunto alla nona edizione. Quest’anno, al timone – oltre all’equipe medica del dottor Andrea Ferrari – il regista Valerio Rocco Orlando. “Questo è un progetto democratico al 100 per cento”, dichiara l’artista. “I ragazzi ci sono tutti, ovviamente non sono attori, e il girato è in presa diretta, anche se si fa fatica”, precisa.
Dire il non detto. La difficoltà maggiore sta nel dire ciò che di solito non viene detto: per i pazienti non è facile esternare dubbi e paure, ma “parlare per gli altri aiuta a riflettere su se stessi”, ripetono tutti gli adolescenti coinvolti. Eppure “anche per i medici non è facile dire tutto”, ammette Ferrari. “Il percorso di cura è fatto di grandi verità e – a volte – piccole bugie”, prosegue, “che qui sono saltate: bello, ma complicato”.
Essere utili. Il punto chiave, per tutti, è uno: essere utili. Soprattutto a chi tra i giovanissimi ha appena scoperto di avere un tumore – si stima che in Italia ci siano 800 nuovi casi ogni anno, e più di otto pazienti su dieci sono vivi a 5 anni dalla diagnosi – e rischia di incappare in informazioni errate sul web.“In realtà l’esperimento ha già funzionato” – spiega Elena Pagani, la psicologa di supporto a “Progetto giovani” – perché mentre giravamo i Tumorial sono stati i ‘veterani’ a dare risposte ai nuovi arrivati. Ora si tratta solamente di andare online e raggiungere più persone”, conclude.
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