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Stop alle ricette via mail o sms, l’appello dei medici di base al governo: “Serve una proroga, non si può tornare indietro”

Di Massimiliano Cassano
Pubblicato il 21 Dic. 2022 alle 09:29 Aggiornato il 21 Dic. 2022 alle 11:08

“È necessaria una risposta a breve, altrimenti si torna al passato. Abbiamo avuto rassicurazioni ma stiamo ancora aspettando una proroga”: l’allarme arriva dai medici di base, per voce di Silvestro Scotti del sindacato Fimmg, e riguarda la norma pensata per l’emergenza Covid che prevede la possibilità di inviare le ricette per le prescrizioni farmaceutiche via mail o sms senza necessità per il paziente di recarsi in ambulatorio.

La legge è in scadenza a fine anno e se non dovessero arrivare input governativi si tornerebbe al vecchio schema, che spesso manda in tilt i medici di medicina generale per prescrizioni di farmaci anche per trattare malattie croniche e che quindi devono essere assunti senza che il paziente debba essere visitato una volta al mese.

I medici ne hanno parlato anche con il ministro della Salute Orazio Schillaci, chiedendo una proroga della misura o una legge ad hoc.

Si potrebbe imitare il modello del Trentino e del Veneto, dove il medico scrive a computer il farmaco per un determinato paziente, e quest’ultimo semplicemente esibendo la tessera sanitaria in farmacia può permettere al farmacista di accedere al suo profilo e di vedere quali medicine deve consegnargli.

Ma nel resto d’Italia la procedura avviene in forma cartacea, con un codice a barre stampato su un foglio.

Con il Covid si era permesso, con il benestare del garante della privacy, di “inviare al cittadino attraverso un sistema di messaggistica, via mail o whatsapp il codice identificativo della ricetta”, spiega Scotti.

Una comodità che rischia di sparire. Secondo Pina Onotri, segretaria di un altro sindacato di medici di base, lo Smi, il problema riguarda anche le carenze di medici. “Il  ritorno alla ricetta cartacea – sostiene – rappresenterebbe un salto indietro, causando lunghe attese negli studi medici”.

Ilenia Malavasi, deputata del Pd, porta la questione in Parlamento annunciando un’interrogazione al ministro Schillaci: “Mettere fine al provvedimento sarebbe un passo indietro che penalizzerebbe i cittadini, soprattutto, quelli con malattie croniche. Un governo che si riempie la bocca con le parole innovazione e digitalizzazione dovrebbe spiegare perché non ha ancora rinnovato una norma di civiltà e buon senso. Chiediamo al Ministro Schillaci quando intenda intervenire”.

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