Il primo maggio 2019 un ragazzo di 21 anni che lavorava in un supermercato di Montesilvano, in Abruzzo, è morto a causa di una meningite fulminante.
La notizia della morte del giovane aveva scatenato il panico a Città Sant’Angelo, tanto da costringere il sindaco ad intervenire sulla questione.
“Per evitare situazioni di confusione e panico immotivato si precisa che per ‘contatti ravvicinati‘ si intende un tipo di contatto abbastanza confidenziale e prolungato da poter permettere uno scambio di fluidi. Pertanto situazioni come quelle di un fugace incontro al supermercato o in altri locali pubblici non sono da considerare a rischio di contagio”.
Il giovane prima di morire era stato ad una serata in un locale di Pescara Vecchia, il Qube, che è stato chiuso in attesa di accertamenti. Per questioni di sicurezza, i ragazzi che si trovavano con lui sono stati invitati a sottoporsi a profilassi.
“I sanitari hanno attivato la profilassi di prevenzione per tutti coloro che hanno avuto contatto e frequentato il ragazzo nei 7-8 giorni antecedenti il decesso”, ha precisato il sindaco.
“Solo chi ha avuto contatto ravvicinato con Andrea deve recarsi presso la guardia medica del distretto sanitario di Città Sant’Angelo”.
“La possibilità del contagio, purtroppo, esiste”, è stato invece il commento riportato sui media locali dal medico della direzione sanitaria Asl.
“Ma va chiarito che il rischio è limitato alle persone che sono state in rapporto diretto nell’ultima settimana con il paziente. E mi riferisco a contatti diretti e prolungati”, ha proseguito il medico.
“Il meningococco è presente in un 15-20 per cento della popolazione, ma nella stragrande maggioranza dei casi non provoca conseguenze letali. Nel bacino dell’ospedale di Pescara, registriamo in media tre-quattro casi l’anno”.
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