Il numero di casi di tumore tra i giovani sta crescendo. Se ne parla molto in queste settimane, in particolare dopo che Kate Middleton ha reso noto di avere un cancro, ma si tratta di un fenomeno in atto ormai da diverso tempo. Tra il 1990 e il 2019 le diagnosi di cancro giovanile a livello globale sono aumentate del 79% e le morti del 28%, come riporta uno studio pubblicato su Bmj Oncology. I ricercatori stanno studiando le cause, ma non hanno ancora trovato una risposta definitiva.
Cosa dicono i dati
Con l’avanzare dell’età aumenta sensibilmente il rischio di sviluppare un tumore. Il cancro tra i 18 e i 49 anni viene definito a esordio “precoce”: non è impossibile – ci si può ammalare a qualsiasi età – ma è statisticamente improbabile per la maggior parte delle tipologie.
Per dare un’idea, in Italia, secondo i dati raccolti dal 2010 al 2015 dall’Associazione italiana registri tumori (AirTum), circa il 90% delle nuove diagnosi riguarda chi ha più di 50 anni. Casi come quello di una 16enne con un cancro incurabile all’apparato digerente, o di una 32enne che si prepara per una maratona quando scopre che un tumore occupa metà del suo fegato (riportati da Nature), sono considerati un’anomalia. Eppure sono sempre più numerosi-
L’aumento più significativo si è osservato nell’area del Golfo: negli Emirati Arabi Uniti e nel Qatar l’incidenza di questi tumori è decuplicata rispetto al 1990. I Paesi con i tassi di cancro giovanile attualmente più alti, invece, si trovano in Nord America, Oceania ed Europa occidentale. Anche qui i casi crescono, ma in misura minore.
Si tratta di una tendenza che purtroppo potrebbe continuare: lo studio pubblicato su Bmj prevede un aumento di tumori giovanili di circa il 30% tra il 2019 e il 2030. Anche il numero di morti per cancro in questa fascia di età, dopo circa vent’anni di graduale diminuzione, tornerebbe a salire, con un aumento stimato del 20% entro il 2030. Si parla di numeri di decessi in valori assoluti, mentre la mortalità generale del cancro sta diminuendo (anche in Italia).
Dove colpisce la malattia
I tumori nasofaringei e alla prostata sono quelli con il tasso di crescita più rapido al mondo, mentre quelli al seno, all’apparato respiratorio e al colon-retto sono le tipologie attualmente più comuni tra chi ha meno di 50 anni.
In Italia, ad esempio, l’incidenza dei tumori al seno per le donne tra i 25 e i 44 anni è cresciuta del 29% tra il 2016 e il 2020, riporta AirTum, anche se una parte di questi non sono tumori maligni.
Il cancro del colon-retto è al centro di molti studi, e negli Stati Uniti rappresenta ormai la prima causa di morte per cancro tra gli uomini con meno di 50 anni, e la seconda per le donne, dietro al cancro al seno. A Milano – come pubblicato dall’Agenzia per la Tutela della Salute di Milano su Cancer Epidemiology – tra il 1999 e il 2015 le diagnosi di questo tipo di tumore sono diminuite ogni anno del 3% per la fascia di età tra i 50 e i 60 anni, ma sono aumentate ogni anno dello 0,7% sotto ai 50 (nello specifico, il cancro del retto è diminuito, mentre quello del colon è aumentato).
Inoltre, uno studio pubblicato su Annals of Oncology prevede per il 2024 un aumento dei decessi per cancro colon-retto in Italia per chi ha tra i 25 e i 49 anni (1,5% per gli uomini e 2,6%per le donne) rispetto al periodo 2015-2019.
Nel Regno Unito l’aumento è del 26% per gli uomini e del 38% per le donne. Il numero di morti per questo tumore risulta invece in calo per chi ha più di 50 anni, sia in Italia che nel Regno Unito e in altri Paesi europei presi in considerazione dallo studio.
Tra i giovani poi la diagnosi spesso arriva solo quando compaiono alcuni sintomi: lo screening per molti tipi di tumore comincia infatti a 50 anni (come quello del colon-retto e la mammografia in Italia) proprio perché un tumore prima di questa età viene ancora considerato un’anomalia. Il risultato è che spesso la malattia viene scoperta a uno stadio più avanzato, rendendo la terapia più complicata.
A fronte dell’aumento di cancro giovanile si sta pensando di anticipare i programmi di screening, soprattutto per chi ha una storia di tumore in famiglia. Negli Stati Uniti i controlli per il tumore del colon-retto sono già stati anticipati dai 50 ai 45 anni.
Le ragioni del boom
Che cosa spiega l’aumento dell’incidenza di tumore tra i giovani? Medici e scienziati non hanno ancora una risposta definitiva, e secondo diversi esperti è probabile che non ci sia una causa unica, ma che invece si tratti di un insieme di fattori. Sappiamo che l’obesità, il consumo di alcol, di molta carne rossa, il fumo e la mancanza di esercizio fisico sono tutti fattori che aumentano il rischio di cancro.
Il rilievo dei tumori come quello del colon-retto e il cambio di alimentazione in molti Paesi potrebbero indicare questi comportamenti come le principali cause dietro al fenomeno. Ma – scrive Nature – le analisi statistiche suggeriscono che da soli questi elementi, come ad esempio l’aumento della prevalenza di obesità, non siano sufficienti a spiegare la crescita di cancro tra i giovani.
Moltissimi team di ricerca al mondo stanno indagando il fenomeno, concentrandosi su aspetti diversi. Si studiano, ad esempio, le caratteristiche di questi tumori, per capire se e in che modo siano diversi da quelli che si manifestano più tardi. Si studiano anche le differenze tra Paesi: perché i casi stanno aumentando più velocemente in Corea del Sud rispetto al vicino Giappone, che ha un livello di sviluppo economico simile?
Altre ricerche indagano l’impatto di alterazioni nella composizione del microbiota, ovvero l’insieme di organismi come batteri e funghi che vivono nel corpo umano (soprattutto nell’intestino). Queste alterazioni sono state associate alla formazione di alcune forme di tumore, ma per adesso non è chiaro se ci sia un collegamento specifico con quelli giovanili.
Anche l’esposizione a sostanze chimiche in gravidanza è un’opzione che viene considerata dai ricercatori. In passato si è scoperto, ad esempio, che l’esposizione a un ormone sintetico (il dietilstilbestrolo) nel grembo materno era associato allo sviluppo di un tipo di tumore vaginale durante l’adolescenza. Potrebbe quindi esserci una sostanza che non è ancora stata individuata come nociva.
Per indagare a fondo le cause dei tumori giovanili servono studi che seguono migliaia e migliaia di persone per gran parte della loro vita – o possibilmente sin da prima della nascita – per poter poi condurre analisi statistiche in grado di individuare differenze rilevanti tra chi sviluppa un cancro da giovane e chi no. Al momento non abbiamo i dati necessari.
La chiave, sottolineano gli esperti, è cominciare a raccoglierli adesso, per poter scoprire le cause in futuro. «Se non abbiamo i dati oggi – commenta un oncologo a Nature – è comprensibile. Ma se non li avremo tra 20 anni sarà solo colpa nostra».
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