Secondo una statistica pubblicata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nel mondo sono oltre 300 milioni le persone che soffrono di depressione.
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Nello specifico, 40 milioni di queste persone si trovano solamente in Europa, e 3 milioni in Italia.
I sintomi della depressione possono variare molto da persona a persona, e si manifestano attraverso sensazioni all’inizio apparentemente innocue: insonnia, umore peggiore, perdita della motivazione nella vita e del piacere per le piccole cose quotidiane.
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È bene non sottovalutare alcuni di questi comportamenti, visto che, secondo i dati, se la depressione non viene diagnosticata in tempo potrebbe portare al suicidio, seconda causa di morte prematura nei giovani tra i 15 e i 29 anni.
Nel corso degli anni, inoltre, le persone affette da questo tipo di disturbi mentali imparano a nascondere la loro malattia, che può diventare a tratti quasi invisibile.
Per questo motivo Pauline Palita, artista visiva ventiduenne e sostenitrice della salute mentale, ha rivelato un metodo affidabile per individuare le persone che lottano con la salute mentale e lo ha raccontato su twitter.
“Mi è stato diagnosticato un disturbo bipolare”, ha detto Pauline a Bored Panda, e in seguito “ho deciso di diventare una sostenitrice della salute mentale perché sapevo che c’erano molte persone là fuori che combattevano le stesse battaglie silenziose”.
“Permettetemi di spiegarvi perché i disturbi mentali possono far apparire tanto stanca la gente”.
“Probabilmente, se conoscete qualcuno con un disturbo mentale o con una disabilità, gli avrete chiesto qualche volta o avrete pensato, ‘Perché sei stanco?'”.
“Poche persone mi chiedono se sto bene, ma quando lo fanno la mia risposta è sempre la stessa ‘Sto bene, sono solo stanca’ – e le persone sembrano accettare questa risposta”.
“Per me, ‘Sono stanca’ non è un lamento o segno di pessimismo. È semplicemente un fatto della vita”.
“Permettetemi di spiegarvi perché una persona che lotta costantemente contro il proprio cervello e contro le aspettative della società può sentirsi così svuotata”.
“Sono persone i cui cervelli sono bloccati per un sovraccarico e hanno grandi difficoltà ad addormentarsi la notte”.
“A una persona ‘nella media’ servono sette minuti per addormentarsi”.
“Immaginate di trascinarvi a letto, esausti, e di dover aspettare in media un’ora per addormentarvi, invece di sette minuti”.
“Sono persone il cui sonno è frequentemente disturbato e che passano le loro notti rigirandosi nel letto, invece di riposare”.
“A volte vengono svegliate dai rumori, dal dolore, dall’inabilità a tenere insieme tutte le parti del loro corpo, dai forti rumori nelle loro teste, da vividi sogni e da molte altre cose”.
“Sono persone che si svegliano, nel migliore dei casi, leggermente più riposate di quando si sono trascinate nel letto in un primo momento – come una batteria che è stata danneggiata e non appare mai completamente carica”.
“Sono persone che per decadi non si sono sentite riposate dopo aver dormito”.
“Sono persone che fanno uno sforzo enorme a focalizzare i compiti che devono eseguire, mentre le loro menti cercano di trascinarli a fondo o mentre stanno lottando semplicemente per ricordare quale era il compito”.
“Sono persone con problemi di memoria che – dall’età scolastica alla maturità – non hanno la capacità di ricordare le istruzioni con più passaggi, in un mondo in cui ci si aspetta da loro che sappiano farlo e basta”.
“Sono persone che sono costantemente in guerra con i loro stessi cervelli, persone che combattono con i loro pensieri e con le loro paure; sentendo ogni giorno i loro cervelli che gli dicono che non sono abbastanza brave, abbastanza forti, abbastanza magre”.
“Sono persone in perenne guerra con il giudizio della altre persone e con la mancanza di comprensione”.
“A cui spesso viene chiesto o che sentono commenti come, ‘Perché sei sempre stanco?’ ‘Affrontala’, ‘È solo una mancanza di disciplina’, ‘È tutto nella tua testa’, ‘Smettila di essere così pessimista’ e ‘Smettila di essere così pigro'”.
“Sono persone che sentono un sovraccarico sensoriale che li esaurisce mentalmente. Dai vestiti che si aspettano di indossare, al cibo che si aspettano di mangiare, dal rumore che li circonda alle attrazioni che si accavallano e gli odori circostanti, i sensi di queste persone sono costantemente sotto attacco”.
“Sono persone che sono esauste dalla necessità di difendersi da chi non capisce e non si preoccupa di capire”.
“Sono persone che passano gran parte del giorno rapportandosi con paure che gli altri a volte considerano sciocche e irrazionali”.
“Sono persone che hanno problemi a comunicare le loro esperienze, poiché la comunicazione è una capacità che deve essere imparata ed esercitata”.
“Sono persone che utilizzano molta energia cercando di capire il linguaggio del corpo e delle emozioni”.
“Sono persone che sono stanche degli effetti collaterali delle medicine, di autocurarsi per far fronte ai sintomi delle loro diagnosi e alle aspettative della società”.
“Sono persone che combattono contro i loro cervelli per differenziare cosa è reale e cosa no, perché i loro cervelli gli presentano tutto quanto come reale”.
“Sono persone che hanno manifestazioni psicologiche dei loro disturbi mentali perché essere sempre in allerta lascia un segno nella psicologia di una persona”.
“Sono persone i cui muscoli sono costantemente doloranti o stanchi di essere perennemente tesi, che hanno frequenti mal di testa o emicranie, il cui appetito è disturbato e il cui sistema immunitario è debole”.
“Quando qualcuno ti dice che è stanco, a volte devi guardare oltre la risposta. È solo stanco? O è psicologicamente stanco e ha bisogno di dormire?”
“Ha bisogno di qualcuno che lo guardi negli occhi e gli dica che non è OK ma che ci sarà per lui? Ha bisogno di qualcuno che si accorga che non sta bene e gli offra un abbraccio? Perché io so che quando dico di essere stanca, questo è quello di cui ho bisogno”.
“Quindi per favore, la prossima volta che qualcuno con una disabilità invisibile dice di essere stanco, per favore non prendetelo in giro come se fosse pigro o irrazionale”.
La ragazza conclude la sua spiegazione chiedendo alle persone più empatia nei confronti di coloro che incontrano, ricordando a tutti che ognuno combatte la sua battaglia invisibile, senza che gli altri ne sappiano nulla.