Partner molto esperto sessualmente, i giovani non si fanno problemi
Sembrerebbe arrivato al capolinea il mito della donna casta e pura, e magari anche vergine, che infiammava l’immaginazione degli uomini fino a qualche decennio fa. Stando a uno studio recente di Eurispes, gli uomini più giovani, tra i 18 e i 30 anni, sono favorevoli a una partner esperto sessualmente che in precedenza abbia avuto anche più di 20 relazioni. La pensa così ormai la maggioranza del campione intervistato: il 52,7 per cento.
Un dato che è sorprendente, certamente più del suo rovescio. Se una donna ha avuto più di 20 partner è accettabile quindi per il 52,7% del campione ma la percentuale sale di 10 punti se ad aver avuto più di 20 partner è l’uomo. La storia è sempre la stessa, come dimostra lo studio “Soprattutto Io. Coppie millennials tra stereotipi, nuovi valori e libertà”.
La vita di coppia rimane un obiettivo per 8 giovani su 10 (78,3%), soltanto per il 12% ha «poca» importanza, mentre per una minoranza, il 9,7%, non rientra proprio nei propri progetti di vita. Il tema della relazione vede però sostanziali differenze tra i sessi: è “molto” importante per il 48,8% delle ragazze a fronte del 30,3% dei ragazzi.
L’età della prima volta
Considerando altre indagini recenti sulla sessualità, che hanno indicato come l’età delle prime esperienze sessuali e delle prime volte per i nati degli anni novanta sia scesa intorno ai 14-15 anni, ovvero già nella prima adolescenza, sembra quasi che la ricerca Eurispes fotografi una situazione di fatto. Tra i 18 e i 30 anni i ragazzi e le ragazze, a meno di rare eccezioni, avranno già avuto diversi partner, quindi non possono che essere favorevoli a trovare un partner che abbia già avuto altre esperienze.
E, secondo Eurispes, si può accettare un numero anche maggiore di 20 partner.
Ma la tendenza sta cambiando
Ma la situazione potrebbe cambiare da qui a qualche anno. I millennials, infatti, i nati dopo il 2000, pare facciano meno sesso rispetto alle generazioni precedenti e, soprattutto, iniziano a farlo molto più tardi. La rivelazione, per molti versi sorprendente, arriva da una ricerca effettuata dallo University College di Londra (UCL), e riportata dal quotidiano britannico Independent.
Gli studiosi hanno ipotizzato che, tra le cause di questo ‘ritardo’ nella scoperta della sessualità, possa esserci la sovraesposizione alla pornografia e una conseguente ‘paura dell’intimità’. “I millennials sono cresciuti in una cultura di ipersessualità che ha alimentato la paura dell’intimità”, ha detto la psicoterapeuta Susanna Abse.
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