Nella stessa azienda ospedaliera in cui 40 anni fa fu eseguito il primo trapianto di cuore in Italia, un organo che aveva smesso di battere da 20 minuti è stato impiantato in un 45enne con successo: l’intervento è stato annunciato oggi dall’Azienda ospedale università di Padova.
“È la prima volta al mondo che un cuore fermo viene riattivato e impiantato senza danni che possano pregiudicare il trapianto dopo un tempo così lungo – afferma il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, intervenuto alla presentazione dell’intervento – e questo apre frontiere impensabili rispetto al possibile utilizzo di organi da trapiantare”. Un risultato che potrebbe portare a un incremento del 30% nel numero dei trapianti in Italia.
“Ancora una volta è la sanità del Veneto a varcare una nuova frontiera della medicina – sottolinea il governatore – Da oggi la cardiochirurgia non sarà più come prima, perché si apre una prospettiva che può ridare speranza a tanti malati che attendono un trapianto di cuore. Lo dobbiamo, con gratitudine, all’intera Azienda ospedale università di Padova, al professor Gino Gerosa e alla sua équipe della Cardiochiurgia dell’Aou e al dottor Paolo Zanatta, direttore dell’Anestesia e Rianimazione del Ca’ Foncello” di Treviso, che ha eseguito il prelievo dell’organo. Straordinari professionisti, ai quali vanno i nostri orgogliosi complimenti”.
La storia si ripete a Padova, dopo il trapianto del 1985 che vide come donatore il giovane trevigiano Francesco Bunello, e ricevente il 40enne della provincia di Venezia Ilario Lazzari. L’operazione fu compiuta da Vincenzo Gallucci, alla cui memoria è intitolato il centro di Cardiochirurgia di Padova. “Grazie a un suo grande allievo – conclude Zaia – e ai progressi tecnologici e scientifici che si sono susseguiti da allora in quella stessa struttura padovana che non ha mai smesso di stare al passo con i tempi e spesso, come in questo caso ha saputo precorrerli”.