Ortoressia: in cosa consiste il nuovo disturbo dell’alimentazione e come riconoscerlo
Dopo la pandemia da Covid-19, i pazienti malati di disturbi del comportamento alimentare (Dca) sono aumentati del 40 per cento. E insieme a questo dato si è moltiplicato anche il numero di Dca, oltre ai più conosciuti come anoressia nervosa, bulimia nervosa e binge eating (disturbo da alimentazione incontrollata).
Tra questi, infatti, c’è anche l’ortoressia, ovvero l’ossessione per il mangiare sano. Come riporta il ministero della Salute, in Italia sono 3 milioni e 200 mila le persone che soffrono di disturbi dell’alimentazione. Anche le strutture accreditate per cura di questo tipo di malattie sono in aumento. Sul territorio nazionale, secondo la mappa diffusa dall’Istituto superiore di Sanità in occasione della Giornata del Fiocchetto Lilla 2023, ce ne sono 126, contro le 108 del 2022.
La pandemia ha infatti avuto un impatto negativo sui Dca, esponendo ulteriormente soggetti già a rischio a ricaduta o peggioramento delle patologie. Negli ultimi mesi sono stati diagnosticati il 36 per cento in più di casi e il 48 per cento in più di ricoveri in Pronto Soccorso dovuti a problematiche legate ai Dca, che in Italia rappresentano la seconda causa di morte in età giovanile dopo gli incidenti stradali.
Gli esperti denunciano inoltre una grossa fetta di sommerso. In una società che spinge le persone a seguire uno stile di vita sano, proprio a partire dall’alimentazione, disturbi come l’ortoressia sono più difficili da individuare. Il 78 per cento di chi soffre di questo disturbo pianifica meticolosamente i propri pasti, pesando il cibo in termini di dosi e calorie. Il 72 per cento rinuncia alle uscite con gli amici e in generale a pasti fuori casa, dove è più difficile tenere sotto controllo le calorie ingerite.
Anche l’età di chi si ammala di un disturbo dell’alimentazione si abbassa di anno in anno. A oggi, il 6 per cento dei pazienti ha tra gli 8 e io 12 anni, mentre il 59 per cento tra i 13 e i 25 anni.