Il Covid non è più un’emergenza di salute pubblica di interesse internazionale: lo ha stabilito l’Organizzazione mondiale della Sanità, che ha rimosso lo stato di “allerta massima” sul Coronavirus dopo che quest’ultimo ha causato la morte di 20 milioni di persone nel mondo, quasi il triplo rispetto al bilancio ufficiale dell’organizzazione, fermo a 6,9 milioni di vittime. Il Comitato di emergenza ha di fatto declassato il virus, ora il prossimo passo sarà compiuto da Tedros Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms, che il 20 maggio – giorno dell’assemblea mondiale dell’organizzazione – dovrebbe di fatto dichiarare la fine della pandemia.
Una circostanza che secondo Gianni Rezza, ancora per alcuni giorni alla guida della prevenzione del ministero alla Salute, dovrebbe cambiare “ben poco” nella sostanza. “Si tratta solo di prendere atto della decisione dell’Oms – dice citato da Repubblica – intanto però la gran parte delle misure sono state già abbandonate. In Italia così non cambierà niente. Del resto, qui abbiamo solo le mascherine in ospedale, la cui regolamentazione è appena stata rivista”. Un contributo fondamentale lo ha dato il vaccino: “Con una variante aggressiva Delta – specifica Rezza – senza il vaccino sarebbero stati problemi. Ma già con Alfa è stato molto importante”.
L’infettivologo spiega che le fasi sono state varie: “All’inizio il vaccino sembrava proteggere anche dall’infezione, oltre che dalla malattia sintomatica. Dopodiché, cambiando il virus, è venuto meno un po’ di effetto di protezione dall’infezione anche se continuavano ad essere coperti i problemi gravi. Poi, con Omicron è cambiato il paradigma. Con la mutazione maggiore del virus è calata ancora la protezione dall’infezione ma a quel punto il coronavirus ha diminuito anche la virulenza intrinseca e ha incontrato l’immunità ibrida nella popolazione”. In tutto ci sono stati circa 200 mila morti non attese in Italia dall’inizio dell’epidemia: nel 2020 sono state oltre 100 mila, l’anno successivo circa 60 mila, altre 30 mila sono state registrate nel 2022. Quest’anno sembrano di nuovo 30 mila ma il dato è sovra stimato perché ci sono stati molti decessi in più degli anni precedenti a causa del caldo estivo e anche dell’influenza, che si è presentata in anticipo.