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L’allarme dell’Oms: “L’alcol uccide almeno 2,6 milioni di persone ogni anno”

Credit: Bridgesward / Pixabay

Altre 600 mila muoiono per l'abuso di sostanze stupefacenti con effetti psicoattivi

Di Andrea Lanzetta
Pubblicato il 25 Giu. 2024 alle 16:52

L’alcol uccide almeno 2,6 milioni di persone ogni anno, pari al 4,7 per cento di tutti i morti annui a livello mondiale. La denuncia è contenuta nell’ultimo rapporto pubblicato oggi dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), secondo cui altri 600 mila decessi sono dovuti ogni anno all’uso di sostanze stupefacenti con effetti psicoattivi.

Quasi un morto su 20 registrato ogni anno a livello globale è legato all’alcol, compresi i decessi in incidenti stradali, per violenze, abusi e causati da una serie di malattie e disturbi correlati all’abuso di questa sostanza. Malgrado un lievo calo registrato in tutto il mondo a partire dal 2010, rileva la relazione, tale dato – risalente al 2019 – rimane “inaccettabilmente elevato”.

Il fenomeno colpisce in particolare gli uomini, che rappresentano circa i tre quarti di questi decessi. “L’uso di sostanze danneggia gravemente la salute individuale, aumenta il rischio di malattie croniche e mentali e provoca tragicamente milioni di morti evitabili ogni anno”, ha denunciato in una nota il direttore dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus.

Tra i più colpiti figurano anche i giovani. La percentuale più alta di decessi attribuibili all’alcol nel 2019 è stata registrata proprio nella fascia di età 20-39 anni, in cui sono stati rilevati il 13 per cento dei decessi.

Ma non si tratta sempre e solo di morti violente. L’abuso di alcol può infatti essere la causa di una serie di patologie, tra cui la cirrosi epatica e diversi tumori. Dei 2,6 milioni di decessi legati all’alcol registrati nel 2019, secondo il rapporto dell’Oms, 1,6 milioni erano dovuti a malattie non trasmissibili, compresi 474 mila deceduti per malattie cardiovascolari e 401 mila di cancro. Altri 724 mila decessi derivano da infortuni, incidenti e forme di autolesionismo.

L’abuso di alcol rende inoltre le persone più vulnerabili alle malattie infettive come la tubercolosi, l’Aids e la polmonite.

Nel 2019, secondo l’Oms, quasi 209 milioni di persone risultavano dipendenti dall’alcol, pari al 3,7 per cento della popolazione mondiale. Al contempo però il consumo annuo individuale sembra lievemente diminuito, passando dai 5,7 litri a persona del 2010 ai 5,5 del 2019.

I livelli di consumo più alti però si registrano in Europa, con una media di 9,2 litri di alcol a persona all’anno, con una media di 9,2 litri di alcol all’anno, seguita dalle Americhe con 7,5 litri. Il consumo più basso invece, spiega il rapporto, si riscontra nei Paesi a maggioranza musulmana del Nord Africa, del Medio Oriente e dell’Asia.

Il problema nel Vecchio Continente riguarda soprattutto i più giovani. Se a livello globale il 23,5 per cento dei ragazzi tra i 15 e i 19 anni sono considerati bevitori abituali, la cifra sale a oltre il 45 per cento in Europa e a quasi il 44 per cento nelle Americhe. Data la portata del problema, l’Oms sottolinea l’urgente necessità di migliorare l’accesso ai trattamenti contro i disturbi dovuti all’abuso di queste sostanze.

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