Lo tsunami #MeToo arriva anche in Croazia. Il movimento femminista che sta scuotendo il mondo occidentale sbarca nei Balcani, e questa volta non si scaglia contro attori e registi, ma contro i ginecologi. Giorno dopo giorno, vengono denunciati sempre più casi di abusi e violenze avvenuti nei confronti delle donne negli studi medici.
Le donne croate stanno infrangendo i tabù nelle società patriarcali tradizionali in quell’area geografica, per condividere le loro traumatiche esperienze ospedaliere.
La protesta è stata scatenata dal racconto emotivo di una leader politica: un trattamento che ha ricevuto dopo un aborto, agonizzante. Con il racconto, pieno di dettagli ha sconvolto molti in una regione in cui la salute sessuale è raramente discussa nella sfera pubblica. “Mi hanno legato le braccia e le gambe e hanno iniziato un raschiamento per l’interruzione di gravidanza senza anestesia… Sono stati i 30 minuti più orribili della mia vita”, ha dichiarato ad ottobre la parlamentare Ivana Nincevic-Lesandric.
“Potrei raccontare ogni secondo perché ognuno di loro durava un’eternità”, ha detto, riguardo all’intervento che consiste nel raschiare il tessuto dall’utero e viene spesso eseguito dopo un aborto o per un aborto. Normalmente viene eseguito con l’anestesia totale.
“Quando hai intenzione di cambiare questo schifo?” ha detto Ivana Nincevic-Lesandric sfidando il ministro della Salute croato Milan Kujundzic. Sostenendo che “questo non è il modo in cui gli ospedali croati procedono”, il ministro si è impegnato a indagare sul caso, mentre l’ospedale dove è stata trattata ha respinto le sue affermazioni.
Ma le donne croate sono venute in sua difesa, con centinaia di testimonianze di esperienze altrettanto dolorose e umilianti durante le procedure ginecologiche. “Non hai pianto quando hai fatto sesso, quindi stai zitta”, una donna ha ricordato un medico che le diceva durante una biopsia quando stava piagnucolando dal dolore.
“Mi hanno tenuto per le mani, le gambe e la testa, e il dottore ha detto che ero rovinata se avessi pianto”, ha scritto un’altra, che ha detto che le è stato negato un anestetico durante un aborto.
Queste testimonianze sono state raccolte dal gruppo di difesa che si fa chiamare RODA, insieme a circa 400 altre dichiarazioni scritte di donne in tutta la Croazia. Le storie sono state lette ad alta voce pubblicamente in diverse città da attivisti e consegnate al ministero della Salute, che ha affermato che il numero delle donne era “relativamente piccolo”.
In Croazia, un recente sondaggio ha mostrato che un terzo delle donne ha subito interventi ginecologici senza alcuna anestesia. Anche i Balcani gridano forte #MeToo
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