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Malpensa, tamponi in aeroporto per chi arriva dalla Cina: “Non è obbligatorio, ma serve per studiare le varianti”

Di Massimiliano Cassano
Pubblicato il 27 Dic. 2022 alle 20:52

Tamponi in aeroporto per chi atterra con un volo proveniente dalla Cina: a Malpensa torna lo spettro del Covid, dopo le notizie provenienti dall’Asia sull’aumento vertiginoso di casi di infezione.

Da ieri, 26 dicembre, su richiesta dell’Ats dell’Insubria, i passeggeri vengono testati alla ricerca del Sars-Cov-2. Quello di Malpensa è l’unico aeroporto in Europa ad aver adottato questa precauzione, anche per chi deve fare semplicemente scalo e ripartire.

La stessa struttura, con un avviso pubblicato sull’homepage del suo sito in cui si rimanda per ulteriori informazioni al sito del ministero degli Esteri “Viaggiare sicuri”, ha comunicato che il regolamento è “immediatamente valido” e resterà in vigore fino al 30 gennaio 2023.

La Regione Lombardia ha specificato a scanso di equivoci che non si tratta di un obbligo, ma di “una proposta che si può accettare o meno”, perché non c’è un’ordinanza del presidente Attilio Fontana, né un decreto ministeriale: “Si tratta solo una misura precauzionale per vedere chi è positivo e per studiare le varianti che circolano in Cina”.

Secondo i calcoli della società di ricerca britannica Airfinity ci sarebbero almeno 5mila morti e oltre un milione di contagi al giorno, numeri che hanno indotto anche il Giappone a cautelarsi: dal 30 dicembre test Covid ai visitatori provenienti dalla Cina continentale, mentre l’Unione europea per ora non prevede di tornare a misure di contenimento per i viaggiatori.

Tra i virologi che chiedono maggiore attenzione c’è Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie Infettive dell’Ospedale San Martino di Genova: “A distanza di tre anni siamo in una situazione in cui non avrei mai immaginato di trovarmi. Se vogliamo evitare di riprendere un Sars-CoV-2 mutato dobbiamo intervenire subito: servono controlli su tutti i voli dalla Cina, restrizioni ai viaggi, tampone molecolare ai passeggeri nelle 24 ore precedenti la partenza o quarantena all’arrivo con test molecolare per uscirne, altrimenti chi arriva non deve circolare. Sarebbe una misura che dovrebbe prendere, non l’Italia da sola, ma tutta l’Europa. E non per un mese, ma per 6”.

“Non sono mai stato allarmista – aggiunge – ma ora dico che dobbiamo alzare una barriera per proteggerci da quanto sta accadendo in Cina, dove è in corso una nuova ondata di Covid senza precedenti e su cui c’è censura”.

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