Giorgetti: “Mancheranno 45mila medici di base ma ormai i 50enni vanno su Internet”. La replica dei sindacati
Le dichiarazioni del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Giancarlo Giorgetti sulla mancanza di medici di base stanno suscitando forti polemiche nel mondo della sanità: “Mancheranno 45mila medici di base nei prossimi 5 anni ma chi va più dai medici di base? Nel mio piccolo paese vanno per fare le ricette mediche ma quelli che hanno almeno 50 anni vanno su Internet, si fanno fare le autoprescrizioni e cercano lo specialista. Tutto questo mondo in cui ci si fidava del medico di base è finito lì”, ha dichiarato il deputato leghista il 24 agosto durante il Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini.
La replica della ministra della Salute Giulia Grillo
Le sue parole hanno provocato le reazioni dei camici bianchi e di alcuni esponenti della politica. Immediata la replica della ministra della Sanità Giulia Grillo che con un post su Facebook ha preso le distanze dal sottosegretario: “I medici di medicina generale sono il primo presidio di salute per i cittadini. Per guarire non basta un click ogni giorno 2 milioni di cittadini si recano nella rete capillare di ambulatori presenti su tutto il territorio nazionale. Dobbiamo essere orgogliosi di avere il diritto e il privilegio di poter liberamente scegliere il medico di famiglia di nostra fiducia senza pagare costose assicurazioni”.
La risposta del sindacato a TPI
Giorgetti specificava poco dopo che in realtà era auspicabile avere un punto di riferimento diverso da Internet e dal mondo virtuale ma la premessa del ragionamento è risultata a molti camici bianchi del tutto errata. Il segretario generale del sindacato Anaao Assomed Carlo Palermo ha precisato a TPI che anche i dati forniti da Giorgetti risultano approssimativi: “I medici di base che mancheranno entro il 2025 sono in realtà circa 28mila, a questi sono da aggiungere altri 16mila specialisti e altri 8mila medici mancanti ad oggi, per un totale di 52mila”.
Secondo Palermo nei prossimi tre anni la necessità di medici aumenterà e l’unica soluzione possibile è un incremento delle borse per i percorsi di specializzazione dopo la laurea: “I finanziamenti pubblici al servizio sanitario nazionale dal 2010 ad oggi sono diminuiti di 37 miliardi. Il governo Monti ha tagliato 1,5 Miliardi nel 2013 e il governo Renzi ha rincarato la dose con un ulteriore taglio di 700 milioni. Al momento i fondi sono al livello del minimo sindacale, in sostanza in base ai documenti del Mef si reintegra quello che viene perso con l’inflazione ordinaria, grosso modo 1-2 miliardi, mentre ne servirebbero almeno tre all’anno per fare in modo che il servizio sanitario resti efficiente e offra alle persone le cure di cui hanno diritto”.
Sanità pubblica vs Sanità privata
Il diritto alla salute è un bene che deve rimanere pubblico secondo il sindacato Anaao: “E’ impensabile pensare di poter fare una sanità senza medici, a meno che dietro a quest’idea non ci sia il suggerimento che si debba andare verso la privatizzazione della sanità, in tal caso la vera notizia non sono le dichiarazioni di Giorgetti ma i loghi delle aziende visibili nel panel sullo sfondo alle sue spalle, tutte industrie che potrebbero essere interessate a un nuovo sistema sanitario basato sulle assicurazioni private”, ha aggiunto il sindacalista.
Il futuro della sanità nel progetto di riforma delle autonomie
In un comunicato rilasciato il 26 agosto il sindacato sottolinea anche le proprie preoccupazioni per il futuro della sanità nel caso venga riconosciuta l’autonomia di alcune regioni: “L’autonomia fai da te delle Regioni che si impossessano di prerogative statali occupando lo spazio che il governo, per quanto amico, non ha voluto o potuto concedere, va a braccetto con un’idea non nuova di ospedali e territori senza medici, sostituiti dalla tecnologia o da diverso personale, che ha il grande merito di costare di meno e non disturbare il manovratore”. “Per tappare i buchi”, dichiara Palermo, “il Veneto ha dato il via libera all’assunzione di medici abilitati che non hanno però una specializzazione e questo va a discapito del paziente, che viene curato da una persona con una preparazione generica”. In Veneto infatti il Governatore Luca Zaia ha dato il via libera all’assunzione di 500 giovani medici laureati e abilitati ma senza il possesso della specializzazione, che si consegue solo al termine di un ulteriore percorso di studio che può avere una durata dai 3 ai 5 anni.
Anche il deputato del M5S Giorgio Trizzino ha sottolineato lo spreco a cui potrebbe portare un sistema di auto-diagnosi attraverso Internet: “Il sottosegretario la finisca di parlare di argomenti che non conosce. Ho un male alla gola, consulto Internet e tra le varie cause risulta anche il tumore al faringe. Vado subito dall’oncologo o passo prima dal mio medico curante che conosce tutta la mia storia e magari le mie ipocondrie?”
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