Il free bleeding è una pratica molto dibattuta tra le donne e che consiste nel non utilizzare assorbenti e tampax per l’intera durata del ciclo mestruale.
Si parla di questa pratica da quando Kiran Gandhi, batterista della crew di M.I.A., durante le mestruazioni ha corso la maratona di Londra il 26 aprile 2015 senza assorbente per lanciare un messaggio contro i pregiudizi e le discriminazioni.
“Ho corso con il sangue che scendeva lungo le cosce per tutte le sorelle che non hanno accesso agli assorbenti e per quelle che, nonostante crampi e dolori, nascondono il loro disagio come se non esistesse. Ho corso per dire: esiste, e lo superiamo ogni giorno”, aveva detto in occasione della gara Kiran Gandhi.
“Ho pensato che se c’è un gruppo di persone a cui la società non darà mai fastidio, questi sono i maratoneti. Se c’è un modo di superare le oppressioni è di correre una maratona nella maniera che si preferisce. Nella maratona il sessismo può essere vinto. Lì il fatto che una donna abbia le mestruazioni non è rilevante e le donne possono riscrivere le regole come preferiscono. Lì il comfort di una donna si impone su quello dell’osservatore” aveva aggiunto la studentessa di Harvard.
Letteralmente traducibile come “sanguinamento libero”, il free bleeding è diventata una vera e propria moda di alcuni gruppi di donne che hanno scelto di non usare assorbenti durante il ciclo.
Le donne che praticano il free bleeding durante le mestruazioni lasciano che il ciclo mestruale fluisca libero, non fanno nulla per nasconderlo quindi si sporcano i vestiti e la biancheria senza problemi.
La “moda femminista” del free bleeding si è diffusa a partire dagli anni Settanta quando alcuni movimenti di ribellione contro il patriarcato rifiutavano l’uso degli assorbenti e dei tamponi.
Nel corso degli anni il free bleeding è stato poi adottato da alcuni movimenti femministi anche come forma di protesta contro la tampon tax, il problema della forte tassazione sugli assorbenti.
Il governo scozzese è stato il primo al mondo a rendere disponibili questi prodotti sanitari gratuitamente per le 395mila studentesse sul suo territorio, per provare a permettere alle ragazze di prendersi cura della propria igiene, della salute e del loro benessere.
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