Oggetto di battute, argomento tabù, fonte di imbarazzo, la finzione di un orgasmo è sempre una questione piuttosto delicata, che se da un lato ha dato origine a tutta una serie di luoghi comuni divertenti (l’intramontabile donna arrabbiata che dice all’ex partner di aver finto tutti gli orgasmi), dall’altro lascia spazio ad una certa insicurezza.
Da un punto di vista di salute sessuale e psicologica però la questione è fonte di notevole interesse, perché dopotutto sottende ad una certa disonestà nei confronti del proprio amante. Capire quale sia la motivazione che porta a fingere un orgasmo, soprattuto quando questa è legata a questioni psicologiche sotterranee nell’individuo, può portare secondo i ricercatori a sviluppi nello studio del funzionamento della sessualità.
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Una ricerca pubblicata recentemente da Danya Goodman, Omri Gillath e Parnia Haj-Mohamadi dell’University of Kansas, si è concentrata proprio sulle cause che spingono a fingere gli orgasmi, distaccandosi dalla maggior parte degli studi realizzati finora che proponevano invece statistiche sulla frequenza del fenomeno.
Essendo un evento molto diffuso sia fra uomini che fra donne, hanno pensato di definire una scala di misurazione per le motivazioni, che hanno chiamato PORM, Pretending Orgasms Reasons Measure. Tentativi simili erano già stati fatti in precedenza ma, come sottolineano i tre ricercatori, erano fortemente limitati, o perché mancavano di sufficiente rigore statistico o perché circoscritti alla sola casistica femminile.
Lo studio è stato condotto attraverso tre diverse sperimentazioni. La prima di queste ha coinvolto un gruppo di studenti universitari, cui è stato chiesto di spiegare perché avessero finto i loro orgasmi, mentre la seconda ha sottoposto ad un campione di più di 400 persone online le ragioni date dai primi soggetti, per sapere in quale di quelle si riconoscessero, cioè quali valessero anche per loro.
Il terzo esperimento è servito da conferma a quanto studiato fino a quel punto.
Hanno alla fine estrapolato sei fattori, ovvero sei categorie generali e distinte a cui tutte le diverse motivazioni individuali possano essere ricondotte: è piacevole, per il partner, il non essere coinvolti nel rapporto, manipolazione/potere, insicurezza, comunicazione emotiva.
Lo scopo della ricerca era più che altro quello di delineare e verificare questa scala di misurazione piuttosto che raggiungere nuove conclusioni in materia, ma sembra che comunque sia stato trovato qualcosa di interessante: quando i diversi quesiti sono stati posti ad un campione di 1.600 persone online, il 76 per cento delle donne ha dichiarato di aver finto un orgasmo almeno una volta, e la percentuale era sorprendentemente alta anche per gli uomini, pari al 41 per cento. In generale, le categorie scelte con maggiore frequenza sono: insicurezza, non coinvolgimento nell’atto, per il partner, e comunicazione emotiva.
Questi dati, uniti a numeri così alti, sicuramente apriranno in futuro a ricerche e approfondimenti in materia.
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