Lo abbiamo detto in tutte le lingue: gli uomini devono imparare – da piccoli – a trattare le donne come si tratta un essere umano. Niente di più, niente di meno. Molti già lo fanno, troppi ancora no.
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Millenni di sottomissione, secoli di maschilismo, anni di sessimo, ci hanno restituito il panorama svilente, e pericoloso, in cui viviamo oggi, quello in cui la violenza è all’ordine del giorno e le vittime di stupri vengono additate come colpevoli, insultate, derise e sminuite.
La violenza sulle donne non riguarda solo i casi estremi e gravi come gli omicidi di mogli e fidanzate, gli stupri e le violenze sessuali o le persecuzioni.
È un atteggiamento che ritroviamo ovunque, ogni volta che una donna viene giudicata in base alla taglia delle sue tette, che viene considerata meno capace di un uomo, o che si pensa sia arrivata a ottenere un lavoro di successo perché “l’ha data a qualcuno”, al potente di turno.
Il quotidiano britannico “The Guardian” ha stilato una sorta di lista di consigli da tenere a mente, per iniziare – se già non lo si fa – a rispettare le donne, così come si rispetta chiunque, a prescindere dal fatto che abbia un pene o una vagina. Eccone alcuni:
Non interrompere una donna mentre sta parlando.
Se ti viene chiesto di far parte di un team in cui ci sono solo uomini, protesta, o arriva a rifiutare quel posto.
Se vedi che un uomo sta interrompendo una donna, interrompilo a tua volta dicendo “Hey amico, lei stava cercando di dire qualcosa”.
Non additare una donna come “pazza” in un ambiente lavorativo.
Non essere “femminista” solo a parole o nei tuoi post su Facebook, dimostralo nella vita quotidiana.
Non toccare una donna che non conosci. E se ti viene l’istinto di farlo, fatti due domande sul perché senti questa necessità.
Se una donna rifiuta di uscire con te, non essere insistente.
Se una donna è ubriaca, non approfittartene di lei, nonostante “il tuo amico” non la pensi così.
Se ti comporti bene con una donna, non aspettarti ringraziamenti, riconoscenza o pacche sulle spalle. Hai soltanto fatto quello che dovevi fare.
Non fare battute misogine o maschiliste.
Se sei un datore di lavoro, paga una donna esattamente quanto pagheresti un uomo.
Non usare il tuo potere per ottenere l’attenzione delle donne, né la loro compagnia, né per fare sesso con loro.
Sii consapevole del potere che hai e usalo per difendere una donna, specialmente nelle conversazioni con altri uomini. Difendila, a spada tratta, ma non pensare sia solo “una creatura da difendere”.
E ne aggiungo qualcuno io:
Smettila di essere geloso e non trasformare la tua gelosia in una patologia.
Smettila di raccontarti la favoletta secondo cui la gelosia è sinonimo di “troppo amore”. Non lo è.
Non giudicare una donna dalla taglia delle sue tette, dal suo girovita.
Non giudicarla nemmeno dalla lunghezza delle sue gonne o dalla profondità della sua scollatura.
Non giudicarla e basta.
Non definire “troia” una donna, solo perché non te l’ha data.
Non chiamare “troia” una donna se, proprio come te o i tuoi amici, ha avuto tanti partner.
Se l’automobile davanti a te fa un’infrazione, morditi la lingua se automaticamente ti viene da pensare “sicuramente è una donna”.
Smettila di pensare che il cuoco è un lavoro da uomo, che il calciatore è un lavoro da uomo, che il manager è un lavoro da uomo, che il sindaco è un lavoro da uomo. Smettila.
Non pensare di essere migliore di una donna.
Mi sembra superfluo dire che questi consigli, queste regole basilari di rispetto, siano da applicare a chiunque indistintamente, che sia una donna o un uomo.