Nella classifica stilata dal Financial Times sulle 100 donne più influenti nel mondo degli affari è stata inserita Pippa Bunce, meglio conosciuta come Philip Bunce.
Il banchiere della Credit Suisse infatti è riconosciuto all’anagrafe come uomo, ma Bunce si autodefinisce “gender fluid”, motivo per cui ha preferito farsi inserire nella classifica femminile redatta dal quotidiano finanziario londinese, anziché in quella maschile.
Questa decisione ha scatenato molto polemiche e dato il via ad una nuova discussione sul “gender fluid”.
“Così si prendono in giro le donne e le loro conquiste. Quali sono stati i suoi particolari meriti come donna?”, ha affermato Kiri Tunks, co-fondatrice di Woman’s Place Uk.
“Essere una donna non è un costume che puoi indossare in alcuni giorni sì e in altri no. L’idea che una persona possa diventare una donna indossando una parrucca e un vestito è profondamente sessista”, ha invece dichiarato Kristina Harrison, un’attivista Lgbt nata uomo ma diventata donna.
Secondo Suki Sandhu, responsabile della classifica del Financial Times, inserire Bunce nella classifica delle donne più influenti è una scelta corretta.
“La lista premia coloro che lavorano per per promuovere la diversità di genere, per questo abbiamo inserito Bunce”.
La decisione è stata accolta positivamente anche dalla banca, che attraverso la sua portavoce ha fatto sapere che “il Credit Suisse è orgoglioso di essere un datore di lavoro inclusivo, che celebra tutti gli aspetti della diversità”.
Bunce, sposato e con due figli, in un’intervista al Financial News del 2017 ha raccontato cosa vuol dire essere “gender fluid”.
“Per me, avere un genere fluido vuol dire essere non binario, senza un punto fisso sullo spettro di espressione di genere. Personalmente non voglio effettuare una transizione”.
“Ho due bambini fantastici, di età compresa tra i 18 e i 21 anni, sono sposato da oltre 22 anni, a casa i miei figli hanno sempre saputo che loro padre ama esprimersi in modo diverso in momenti diversi. Capiscono quanto ciò significhi per me e so che tutti mi amano incondizionatamente per quello che sono, non per come scelgo di esprimermi”.
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