Esistono donne che possono avere più di cento orgasmi in un giorno. A un primo giudizio non si risparmiano i commenti goliardici e superficiali. Eppure si tratta di una disfunzione spiacevole per chi ne soffre.
Si chiama disturbo dell’eccitazione sessuale persistente e si manifesta nelle donne sotto forma di un’eccitazione genitale continua, spontanea e incontrollabile, la quale può essere accompagnata o meno da orgasmo o da congestione genitale.
I sintomi si presentano anche se non sono scatenati dal desiderio sessuale. Questo disturbo solo recentemente è stato classificato come una vera e propria sindrome nella letteratura medica.
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Alcuni giornali statunitensi hanno riportato la storia di Christine Decker, una donna transgender nata uomo e affetta da sindrome dell’eccitazione sessuale persistente.
Christine – che prima si chiamava Dale – era arrivata a non poter uscire di casa, a causa dello spasmo quasi costante e incontrollabile del suo organo sessuale. Dal 2015 ha iniziato la sua transizione al sesso femminile, con una terapia per ridurre il livello di testosterone. Da allora il suo numero di orgasmi quotidiani è diminuito da circa cento a otto.
Christine, che vive nel Wisconsin, negli Stati Uniti, e che è ancora sposata con la moglie April racconta:
Non mi sono mai sentito come un ragazzo, semplicemente mi comportavo come tale. La vita è cambiata completamente per me nell’ultimo anno. Non ci sono parole per esprimere quanto sia felice adesso. Dopo essere stato colpito dalla sindrome dell’eccitazione sessuale persistente molti hanno pensato che fossi morto, perché avevo iniziato a nascondermi.
Se cerchi su Google Dale Decker, l’obituario è uno dei primi suggerimenti che si trovano. Ma sono ancora qui, con il mondo a portata di mano.
In un’intervista, Christine ha raccontato che la prima volta questo disturbo le ha causato 236 orgasmi. I medici dell’ospedale dov’era stata ricoverata erano sconcertati, non avevano mai visto niente di simile.
“È veramente umiliante: gli esseri umani collegano l’orgasmo con il piacere, ma io ero in completa agonia”, racconta la donna. Dopo esserle stato diagnosticato questo disturbo, la donna è andata incontro a prese in giro, accuse di voler cercare solo visibilità e denaro, ed è stata trasformata, anche dai media, in una barzelletta.
“Che cosa dà alla gente il diritto di attaccare qualcuno con una malattia che ti cambia la vita? Non lo faresti con altre malattie, perché con questa è diverso?”, si è chiesta Christine.
Adesso, la vita della donna – che soffre in media di otto orgasmi involontari al giorno, al posto dei 100 del passato – è migliorata e punta già a un intervento chirurgico, per completare la sua transizione.
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Una storia simile era stata raccontata dal Guardian 2014. Kim Ramsey, una donna britannica di 46 anni che ha vissuto per sei anni con la stessa malattia, raggiungeva circa cento orgasmi al giorno e spiegava come spesso le donne che hanno questo disturbo vengono etichettate come ninfomani.
Ma questa sindrome è tutt’altro che una stranezza sessuale. La condizione è caratterizzata da una sensazione implacabile di congestione genitale e dolore pelvico.
Coloro che ne soffrono si sentono permanentemente sull’orlo di un orgasmo che non possono completare, una sorta di costipazione cronica. Qualsiasi movimento o vibrazione può esacerbare la sensibilità genitale.
“Sembra che tu sia sempre fuori controllo”, aveva spiegato Ramsey al quotidiano britannico. Alcune donne hanno una costante eccitazione, ma nessun orgasmo. Altre hanno orgasmi multipli di breve durata, ma tutte provano dolore. “Questa è la sola cosa che condividono tutti coloro che ne soffrono”.
“La gente quando sente che abbiamo tanti orgasmi pensa che sia una cosa buona”, ha raccontato sempre al Guardian Kellie, una 33enne canadese. “Essere sull’orlo di un orgasmo 24 ore al giorno, al punto in cui non puoi dormire, non è divertente”.
Per molti malati di sindrome dell’eccitazione sessuale persistente, la voglia di masturbarsi è schiacciante, ma questo può aumentare notevolmente i sintomi.
“La gente pensa che abbiamo una vita sessuale grandiosa e appagante”, dice Kellie. “Ma questa malattia ha rovinato la mia: vorrei non avere più la vagina”.
I rimedi usati sono alcuni anestetici, elettrostimolatori, farmaci per l’epilessia, ma nessuno di questi, pur alleviando i sintomi, è efficace a lungo termine, costringendo chi ne soffre a convivere con questa malattia per molti anni.
La disfunzione equivalente per gli uomini è definita priapismo. Quest’ultimo, a differenza del disturbo dell’eccitazione sessuale persistente, è una condizione medica diagnosticabile e riconosciuta dal Quarto manuale diagnostico e statistico sui disturbi mentali.
Consiste in un’erezione persistente involontaria ed anomala, spesso dolorosa, dei soli corpi cavernosi del pene, non accompagnata dal consueto desiderio sessuale o eccitazione, che invece contraddistinguono la normale erezione maschile. Il nome di questa patologia deriva da Priapo, la divinità greca della potenza virile, figlio di Afrodite, spesso raffigurato negli affreschi antichi con un fallo di proporzioni esagerate.
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