Depressione cause e fattori genetici in una nuova ricerca | Sintomi | Cura
Una ricerca senza precedenti potrebbe delineare nuovi scenari nella cura della depressione, aprendo la strada per trattamenti più efficaci rispetto a quelli attualmente esistenti.
Il nuovo studio, il più ampio mai svolto su questo tema e riportato dal The Guardian, ha analizzato l’impatto del DNA sul disturbo che, attualmente, colpisce oltre 300 milioni di persone a livello globale.
Circa 200 ricercatori hanno identificato 44 varianti geniche che aumentano il rischio di contrarre la depressione. Di queste, 30 non erano mai state collegate al disturbo prima d’ora.
Ciò significa che il numero di fattori genetici collegati alla depressione, attraverso questa imponente ricerca, è stato triplicato. L’obiettivo dei ricercatori, attraverso queste nuove scoperte, è quello di comprendere di più sul perché la depressione colpisca alcune persone ma non altre, anche a fronte di esperienze di vita simili.
Lo studio potrebbe anche aiutare nella ricerca di nuovi farmaci.
“Se si ha una minore predisposizione genetica alla depressione, è probabile che si riesca a resistere meglio ai vari tipi stress a cui tutti siamo sottoposti”, ha detto Cathryn Lewis, professore di genetica statistica e autore dello studio al King’s College di Londra.
Precedenti ricerca svolte su coppie di gemelli già suggerivano come la genetica spieghi circa il 40 per cento dei fattori collegati alla depressione, che per il restante 60 per cento è causata da altri fattori biologici ed esperienze di vita.
Nonostante gli scienziati abbiano trovato 44 varianti geniche legate alla depressione, si tratta certamente solo di una piccola parte del totale. Ve ne sono altre il cui impatto è infatti ancora troppo ridotto per poter essere scoperto attraverso uno studio di questo tipo.
“Sappiamo che migliaia di geni sono coinvolti nella depressione e ciascuno di essi, preso singolarmente, ha un effetto molto modesto”, ha affermato Lewis.
La depressione clinica è una condizione debilitante le cui cause sono ancora in gran parte sconosciute. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, è la principale causa di disabilità a livello globale.
I malati possono sperimentare una serie di “perdite” – di appetito, umore, sonno, concentrazione, amore, gioia, entusiasmo, energia e serenità.
Circa il 3 per cento delle persone con disturbo depressivo maggiore tenta il suicidio. Ci sono poche nuove terapie, poiché le grandi compagnie farmaceutiche si sono in gran parte ritirate dalla costosa ricerca sugli antidepressivi di nuova generazione.
Nello studio in questione, i ricercatori hanno riunito sette diversi set di dati, raccolti nel Regno Unito, negli Stati Uniti, in Islanda e in Danimarca, raccogliendo informazioni genetiche su 135mila persone che hanno riferito di soffrire di depressione e su 345mila individui “sani”.
Gli scienziati hanno poi confrontato il DNA tra i gruppi al fine di trovare le varianti geniche più comuni tra le persone che soffrivano di depressione.
Il lavoro, pubblicato su Nature Genetics, ha rivelato una sostanziale sovrapposizione nella genetica che sta alla base della depressione e di altri disturbi mentali come ansia, schizofrenia e disturbo bipolare.
Come previsto, molti dei geni riportati nello studio hanno un ruolo nel modo in cui i neuroni crescono, operano e inviano segnali al cervello.
Gerome Breen, un coautore del paper, ha detto che alcune delle varianti genetiche che sono state trovate sono collegate a neurotrasmettitori come la serotonina, su cui lavorano gli antidepressivi esistenti.
Ma altre varianti genetiche indicano nuovi meccanismi biologici che potrebbero essere presi di mira dalla prossima generazione di farmaci. “Negli ultimi decenni c’è stata una carenza nell’individuazione di nuovi meccanismi alla base della depressione e dei disturbi psichiatrici”, ha detto Breen.
“La speranza è che attraverso questi dati vengano identificati processi che possano essere presi di mira da nuovi tipi di farmaci, con meccanismi di azione diversi rispetto a quelli esistenti.”
Jonathan Flint, studioso di genetica della depressione all’Università della California a Los Angeles, ha dichiarato: “I nostri attuali trattamenti per la depressione sono relativamente inefficaci – grosso modo, solo circa la metà dei pazienti migliora – quindi abbiamo davvero bisogno di terapie migliori”.
“Per scoprire nuovi trattamenti abbiamo bisogno di una migliore comprensione di ciò che causa la depressione. Trovare varianti di rischio genetico ha proprio questo fine”.