Lo scienziato Stephen Hawking è morto a marzo 2018 all’età di 76 anni.
All’inizio del 2018, il giorno prima che celebrasse il suo 76esimo compleanno, l’incomparabile genio ha parlato della depressione nel corso di una Reith Lecture al Royal Institute di Londra.
Lo scienziato ha tracciato un parallelo poetico tra la teoria del buchi neri e la depressione, con un messaggio di speranza per chi soffre di problemi di salute mentale.
“Il messaggio di questa conferenza è che i buchi neri non sono così neri come sono dipinti. Non sono le prigioni eterne che un tempo si ipotizzavano”, ha detto Hawking.
“Le cose possono uscire da un buco nero sia all’esterno che possibilmente in un altro universo. Quindi se senti di essere in un buco nero, non arrenderti: c’è una via d’uscita”.
Stephen Hawking ha anche parlato alla folla di 400 persone riguardo i risultati che aveva raggiunto nella sua vita, in particolare convivendo con la Sla dal 1963:
“Anche se è stato un peccato sapere della sclerosi laterale amiotrofica, sono stato molto fortunato in quasi tutto il resto della vita”, ha detto l’astrofisico.
“Ho avuto la fortuna di lavorare in fisica teorica in un momento affascinante ed è una delle poche aree in cui la mia disabilità non era un grave handicap”.
“È anche importante non arrabbiarsi, non importa quanto difficile possa sembrare la vita ma se non riesci a ridere di te stesso e della vita in generale finirai col perdere ogni speranza”.