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Cari retrogradi del Congresso di Verona, dire che il cancro colpisce chi non fa figli è un’ignobile falsità

Babette Francis

Il commento di Giulio Cavalli

Di Giulio Cavalli
Pubblicato il 30 Mar. 2019 alle 12:08 Aggiornato il 18 Apr. 2019 alle 09:45

Cos’è il terrorismo? È la narrazione, sballata, di una realtà plausibile seppure completamente distorta, che mieta consensi, che supporti tesi che non hanno nessuna spiegazione scientifica e che, soprattutto, divida il mondo in un noi e un loro che sia utile alla guerra, al terrorismo, appunto.

Così Babette Francis, in diretta da quell’accozzaglia pseudoscientifica di retrogradi patriarcali che è il Congresso delle famiglie a Verona, riesce addirittura a dirci che “il cancro colpisce le donne che non fanno figli” e basta che qualcuno renda pubblica la scemenza (come ha fatto TPI) per attirarsi la biliosa risposta che li rende ancora più patetici.

“TPI esce con la notizia ‘Il cancro colpisce le donne che non fanno figli’: la frase schock della relatrice del Congresso di Verona. Siamo lieti di comunicarvi che la frase è scientificamente provata. Di questo studio, condotto su più di 300mila donne, ne parlarono anche le testate italiane nel 2015 quando fu pubblicato. Ecco un esempio”.

Lo scrivono direttamente i maschietti dalla pagina Facebook ufficiale del Congresso delle famiglie, sfidando il ridicolo, e linkano un articolo secondo il quale uno studio inglese sarebbe arrivato alla conclusione che “essere mamme riduce del 20 per cento l’incidenza del tumore”.

La differenza tra il parlare di “riduzione dell’incidenza” rispetto alla penosa frase “il tumore colpisce chi non fa figli” è già di per sé un insulto all’intelligenza.

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È l’usare a proprio uso e consumo uno studio scientifico (opinabile) distorcendone le conclusioni pro domo sua per la grottesca battaglia di chi, come quel manipolo di retrogradi che da Verona vorrebbero imporre le loro regole sull’amore degli altri, vede la donna come fattrice, donna delle pulizie e sottomessa alla fallocrazia di chi ha bisogno della sottomissione degli altri perché incapace di svettare per meriti propri.

Incuranti della loro ridicolaggine rispondono (succede ora con TPI ma lo fanno da giorni più o meno con tutti) con un articolo che in realtà li smentisce e proseguono dritti e marziali per un congresso che vorrebbe insegnarci a essere una buona famiglia e intanto vede l’organizzatore preso per il culo perfino dalla figlia, che lo definisce “maschilista, evento da Medioevo” e che gli ricorda che “Dio ama le famiglie arcobaleno”.

Un gran colpo: andreste a lezioni di sicurezza in casa da chi contemporaneamente si ritrova la casa svuotata dai ladri? Ecco, uguale uguale. Il tema qui è un altro: un consesso che si pone l’obiettivo di insegnarci le regole dell’amore è qualcosa che sembra uscito da un romanzo di Pennac.

Questi, incapaci di argomentare, scelgono l’estremismo perché è l’unico modo che hanno per farsi notare, per esistere, inetti nel confrontarsi (loro) con la realtà ne vorrebbero costruire una su misura anche per noi.

Eppure basta guardare le immagini o essere a Verona per notare la differenza di fierezza tra gli sguardi delle donne che manifestano e gli occhi torvi di quegli altri. E che chi vuole ledere i diritti degli altri sia un cancro per la società lo possiamo affermare con certezza.

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