Si è abituati a credere che i pensieri negativi e l’ansia che ne deriva costituiscano un serio problema nella vita di tutti i giorni. Non è sempre così.
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Da uno studio pubblicato ad aprile 2017 sulla rivista scientifica Social & Personal Psychological Compass, emerge che le preoccupazioni possono agire come un “cuscino emotivo” in grado di prepararci ad affrontare meglio gli eventi negativi della vita.
In altre parole, essere in pensiero o in ansia per qualcosa fa in modo che il nostro corpo e la nostra mente siano in realtà preparati a ciò che di spiacevole può accadere, creando così un effetto ammortizzatore.
Tuttavia, “una piccola preoccupazione o una leggera forma d’ansia possono essere fattori motivazionali”, dunque positivi, ma “in quantità eccessiva diventano controproducenti”.
Ad affermarlo è Sarah Kate McGowan, psicologa clinica di Los Angeles. È necessario, quindi, imparare a gestire l’ansia per trasformarla in energia produttiva, quando possibile.
Questi brevi consigli su alcune tipologie di approcci utili, possono aiutare a gestire le preoccupazioni ed evitare che diventino pensieri intrusivi, a scapito del benessere psicologico.
1. Stabilisci un “tempo per preoccuparti”
La preoccupazione tenderà a occupare lo spazio che le viene concesso. La psicologa McGowan suggerisce, quindi, di ritagliarsi uno spazio di tempo giornaliero, in cui pensare a tutte le proprie preoccupazioni e scriverle. In tal modo sarà più facile trovare delle soluzioni concrete per risolvere il problema.
È necessario capire quali preoccupazioni hanno ragione di esistere e quali no. Se un problema può essere risolto da un’azione concreta e immediata, la preoccupazione può essere un buon fattore motivazionale. Se invece l’ansia non è motivata, è utile essere razionali e tentare di non rimuginare. Mentre la preoccupazione si focalizza su ciò che potrebbe accadere, la ruminazione mentale – forma di pensiero ciclico molto difficile da interrompere e basato su una valutazione negativa di se stessi e di episodi passati – è legata a eventi già accaduti e che non possono essere cambiati.
Nel libro Anxiety and Worry Workbook, gli autori invitano i propri lettori a determinare se una preoccupazione è legata a un problema reale o immaginario. Successivamente è necessario capire se la preoccupazione aiuta a trovare una soluzione al problema. Se la preoccupazione non rappresenta un fattore motivazionale nella risoluzione del problema è allora arrivato il momento di liberarsene.
Per controllare l’ansia derivante da pensieri negativi è utile immergersi in attività in cui sentirsi finalmente liberi. Ciò si traduce nella ricerca di attività a cui dedicare tutta l’attenzione possibile fino a immergersi in una sorta di flusso di coscienza.
Queste sono solo alcune delle strategie che possono essere messe in atto per imparare a gestire l’angoscia legata a pensieri negativi. Se l’ansia derivante dalla preoccupazione per problemi piò o meno reali diventa incontrollabile e interferisce con la vita quotidiana, è necessario richiedere un intervento di uno specialista.