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Cleptomania, perché alcune persone iniziano a rubare soldi e oggetti senza controllo

L'attrice Winona Ryder ha ammesso di aver avuto un disagio psicologico dopo essere stata colta a rubare. Credit: VALERIE MACON

Rubano per alleviare un disagio, per cercare sollievo ed eccitazione. Chi sono i cleptomani e come aiutarli, spiegato da una psichiatra e psicoterapeuta

Di Anna Ditta
Pubblicato il 28 Giu. 2018 alle 09:39 Aggiornato il 18 Apr. 2019 alle 10:34

La cleptomania è un disturbo che spinge a rubare soldi e altri oggetti senza controllo. Come dimostrano i casi di cleptomani famosi, tra cui l’attrice Winona Ryder, chi ruba in questi casi non lo fa perché si trova in una situazione di bisogno, ma per altre ragioni.

Ma quali sono allora le cause e i sintomi della malattia? Ed esiste una cura per la cleptomania? TPI ne ha parlato con Tiziana Corteccioni, medico psichiatra e psicoterapeuta.

Dottoressa, cosa spinge una persona a rubare senza controllo?

Una persona affetta da cleptomania manifesta un’incapacità di resistere all’impulso di commettere furti mettendo in atto comportamenti disfunzionali finalizzati a raggiungere uno stato di eccitazione desiderato.

Le emozioni provate durante il furto, infatti, possono alleviare sintomi di disagio psichico (quali tristezza e ansia).

La persona che ruba senza controllo solitamente riferisce una tensione crescente prima di commettere il furto ed un piacere o sollievo nel momento successivo all’atto di rubare.

Il furto spesso è seguito da un’intenso senso di colpa e non è motivato da rabbia, vendetta, deliri o allucinazioni.

Ci sono delle cause per cui insorge questo disagio?

Le cause di questo disturbo del controllo degli impulsi sono multifattoriali ovvero legate ad una predisposizione genetica, a fattori ambientali e alla coesistenza di altri disturbi psichici tra i quali il disturbo ossessivo-compulsivo, i disturbi d’ansia, la dipendenza da sostanze stupefacenti, i disturbi di personalità, la bulimia nervosa e i disturbi dell’umore.

Qual è il problema maggiore che affrontano le persone che soffrono di cleptomania?

I soggetti affetti da cleptomania possono andare incontro a conseguenze legali. Questo disturbo, infatti, non incide sulla capacità di intendere e di volere, non menoma il funzionamento dell’io, né il contatto dell’individuo con la realtà.

Il soggetto affetto ruba per alleviare un disagio, per ricercare sollievo ed eccitazione ma è perfettamente consapevole di commettere i furti.

Come dovrebbero comportarsi le persone che vivono vicino a una persona che vive questo disagio?

Fondamentale per questi soggetti è il sostegno da parte della famiglia e degli amici nell’intraprendere un percorso di cura.

Gli individui affetti da questo disturbo, infatti, spesso si rendono conto di aver bisogno di aiuto quando il senso di colpa e la vergogna per i furti effettuati diventano insostenibili.

Esistono dati in Italia sul numero delle persone cleptomani?

In Italia non ci sono dati certi relativi alla prevalenza del disturbo, a differenza ad esempio di altri disturbi del controllo degli impulsi come il gioco d’azzardo patologico.

Dagli studi di prevalenza americani, invece, risultano affetti da cleptomania 1,2 milioni di persone, più comunemente donne.

Cosa consiglia di fare a una persona che si rende conto di avere un problema di questo tipo?

Per una persona affetta da cleptomania fondamentale è iniziare quanto prima la cura più adeguata rivolgendosi ad uno psichiatra psicoterapeuta.

Una volta che il disturbo è stato diagnosticato il trattamento è generalmente di tipo psicoterapeutico e/o farmacologico, finalizzato al controllo degli impulsi e alla remissione degli altri disturbi mentali associati.

Come si affronta questo problema con uno psicoterapeuta?

Tra le psicoterapie più indicate per la cura del disturbo si possono segnalare la terapia cognitivo-comportamentale e la terapia razionale emotiva.

Entrambi i percorsi di psicoterapia sono finalizzati alla regolazione emotiva, al cambiamento dei pensieri e dei comportamenti disfunzionali.

È possibile uscirne?

Con la cura più adeguata alla propria condizione clinica è possibile interrompere i furti e recuperare uno stato di benessere psicofisico.

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