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L’oncologo a TPI: “Cancro al seno nelle donne che non fanno figli? Non esiste alcun rapporto causa-effetto”

Il risultato di una mammografia. Credit: RAMARE / BSIP

Dopo la polemica su una delle relatrici del Congresso di Verona, abbiamo chiesto a Matteo Lambertini, tra i migliori giovani ricercatori oncologici del mondo, di fare chiarezza

Di Anna Ditta
Pubblicato il 30 Mar. 2019 alle 13:50 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 03:01

“Sulla correlazione tra fattori riproduttivi, come ad esempio avere figli o allattare, e tumore, esistono effettivamente dei dati. Soprattutto per quanto riguarda il tumore della mammella. Ma non esiste alcun rapporto causa-effetto”. Matteo Lambertini, oncologo presso l’Ospedale San Martino Genova e professore aggiunto all’Università di Genova, selezionato a giugno 2018 per la seconda volta tra i migliori giovani ricercatori oncologici del mondo a Chicago, interviene per fare chiarezza sulla polemica riguardante una delle relatrici del Congresso delle famiglie di Verona.

Babette Francis, fondatrice dell’organizzazione Endeavour Forum, avrebbe sostenuto la tesi per cui “il cancro colpisce le donne che non fanno figli”, sostenendo che “se non avete figli avete un rischio parecchio più alto di ammalarvi di cancro al seno”(come sostenuto in una conferenza tenuta nel 2016 a Tbilisi, in Georgia).

A seguito della pubblicazione della notizia su TPI, la pagina Facebook del Congresso delle famiglie di Verona ha pubblicato un post in cui scrive: “siamo lieti di comunicarvi che la frase è scientificamente provata”, citando uno studio del 2015.

A questo punto, TPI ha interpellato un oncologo per fare chiarezza.

Contattato telefonicamente, il professor Lambertini fa una premessa: “È importante chiarire che il tumore non è una malattia che ha una causa precisa”, spiega.

“Ad esempio, il fumo è uno dei fattori di rischio per lo sviluppo del tumore al polmone. Ma non tutte le persone che fumano sviluppano il tumore al polmone e, viceversa, ci sono persone che non fumano ma sviluppano ugualmente questa patologia. In altre parole, non è vero che se fumo sviluppo il tumore al polmone. E questo è ancora meno vero per i fattori riproduttivi”.

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“Infatti, mentre il fumo è un fattore di rischio importante, nel senso che l’80 per cento dei tumori ai polmoni sono collegati al fumo di sigarette, per quanto riguarda i fattori riproduttivi, la loro correlazione col rischio di sviluppo del tumore è comunque minima”, sottolinea il professore.

“In particolare, quello che sappiamo sui fattori riproduttivi è che effettivamente avere avuto una gravidanza, a lungo termine, diventa un fattore protettivo verso il rischio di sviluppare il tumore della mammella, quindi le donne che hanno avuto una gravidanza hanno un rischio minore di svilupparlo, rispetto a donne che non hanno mai avuto figli. Lo stesso è vero per l’allattamento: una donna che allatta al seno ha un rischio inferiore di sviluppare il tumore alla mammella. Ma stiamo parlando di un rischio”, aggiunge, “non è vero che una donna che non ha figli sviluppa un tumore della mammella. Assolutamente no”.

È vero quindi che avere una gravidanza protegge dal tumore alla mammella?

“In realtà il discorso è un po’ più complesso”, chiarisce l’oncologo. “Con gli ormoni della gravidanza, per qualche anno, le donne hanno all’inizio un rischio più elevato di sviluppare un tumore della mammella e col tempo invece, molti anni dopo aver avuto un figlio, si crea questo effetto protettivo. Di recente è stato pubblicato uno studio su questo, ma sono notizie che conosciamo già da 25 anni”.

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Secondo la scienza, quindi, dopo aver avuto dei figli il rischio di tumore alla mammella sale per alcuni anni, ma a lungo termine aver avuto una gravidanza diventa un fattore protettivo per questo tipo di tumore.

Il professor Lambertini spiega che bisogna comunque tenere in considerazione la relazione con gli altri fattori di rischio. “Anche per il fumo, che come dicevo è un fattore di rischio molto più importante rispetto ai fattori riproduttivi, non c’è un rapporto causa-effetto con l’insorgenza del tumore, perché per questa malattia non funziona così. Ci sono una serie di fattori che, tutti insieme, determinano il rischio di sviluppare un tumore”.

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