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    “Mio figlio di 11 mesi ha avuto la sepsi, la sua gamba mi è rimasta tra le mani”: il commovente racconto di una mamma

    "Mio figlio di 11 mesi ha avuto la sepsi, la sua gamba mi è rimasta tra le mani": il commovente racconto di una mamma

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 12 Ago. 2019 alle 13:50 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 19:44

    Bambino affetto di sepsi, amputati i 4 arti: “La sua gamba mi è rimasta tra le mani”

    Una madre di 23 anni ha raccontato di come il suo bambino di 11 mesi, in seguito a un’infezione alla gola che si è trasformata in sepsi, ha avuto amputati tutti e 4 gli arti. Abigail Wardle ha deciso di raccontare la sua storia e pubblicare le foto per aumentare la consapevolezza della sepsi nei bambini.

    “Non voglio che nessun’altra famiglia passi attraverso quello che abbiamo passato e quindi voglio che tutti siano più consapevoli della sepsi”, ha detto.

    I medici dell’ospedale in cui il neonato era ricoverato, Lincolnshire, nel Regno Unito, avevano detto alla giovane madre che il piccolo non sarebbe sopravvissuto. Il bambino però è sopravvissuto alla sepsi, ma ha riportato l’amputazione degli arti. Gli arti del bambino sono diventati neri e piano piano sono “morti”. La donna ha raccontato che una gamba del figlio le si è staccata tra le mani mentre lo sollevava.

    Il bambino è stato ricoverato in ospedale dal 17 marzo ed è stato dimesso poche settimane fa.

    Mentre era ricoverato i medici, nel tentativo di salvarlo dalla morte, lo hanno sottoposto a coma indotto.

    La mamma ha raccontato: “È passato dal ridere all’orlo della morte in sole 48 ore e nessuno sapeva cosa non andasse. Quello che abbiamo passato è stato orrendo e non ero mai stata così spaventata in vita mia. Alcune persone potranno essere dispiaciute per noi, ma mi sento la mamma più fortunata del mondo. Ho ancora Oliver con noi, potrebbe non avere mani o piedi, ma è ancora il mio ragazzino coraggioso e sorridente”, ha detto la giovane mamma.

    “Un giorno, un’infermiera mi stava aiutando a sollevare Oliver dalla sua sedia gonfiabile nel letto, e la sua gamba si è staccata. I dottori sono entrati di corsa e mi hanno chiesto se volevo lasciare la stanza perché era abbastanza angosciante. Ho detto loro: la gamba di mio figlio è appena caduta, è appena un filo, non lo lascerò qui”.

    La mamma, che è una designer di gioielli, ha notato che c’era qualcosa che non andava il giorno prima del ricovero, quando ha visto una sorta di rigonfiamento sulla testa del neonato.

    Una delle complicanze più gravi della sepsi è l’infezione dei tessuti che ricoprono il cervello (meningite) e del cervello stesso (encefalite). Un neonato affetto da meningite può presentare grave sonnolenza (letargia), coma, convulsioni o protrusione delle fontanelle (il punto morbido tra le ossa craniche) e può morire se non viene trattato tempestivamente.

    Man mano che le sue condizioni peggioravano, la donna ha deciso di portare il bambino in ospedale. Non aveva neanche l’energia per piangere, gemeva soltanto, ha raccontato la donna.

    La giovane ha raccontato che gradualmente le mani e i piedi del piccolo Oliver stavano diventando viola. I medici e le infermiere hanno spiegato che la situazione era molto grave. Fu nelle ore successive che gli arti diventarono neri, fino a “morire”. Ciò può verificarsi se la sepsi provoca l’eccessivo funzionamento del meccanismo anti-coagulazione del corpo. Ciò comporta l’ostruzione dei vasi sanguigni, che interrompe l’ossigeno e i nutrienti vitali ai tessuti del corpo.

    I medici hanno quindi deciso di amputare gli arti del piccolo, dopo che una delle gambe si è “spezzata” tra le mani della madre. Da quel momento la priorità fu quella di salvare la vita al neonato, “sacrificandone” gli arti.

    “Una volta rimossi gli arti, tornò ad essere un bambino felice e pieno di vita, gli sembrava un sollievo,” ha raccontato Wardle.

    “È incredibilmente resistente. Mi fa sorridere ogni giorno. Sta già cercando di capire come rotolare e giocare con i suoi giocattoli con i suoi monconi. Abbiamo le nostre giornate mo, ma so che ci saranno giorni migliori a venire”.

    “Voglio qualcosa di buono da ciò che è successo a Oliver. Voglio che la sua storia venga utilizzata per aiutare a diffondere consapevolezza e insegnare ad altri genitori e medici generici, che forse non hanno una formazione pediatrica specializzata, sui segni della sepsi”, ha detto ancora la mamma, che oggi si sente “la donna più fortunata del mondo”.

    “Il caso di Oliver ci ricorda che la sepsi può colpire a qualsiasi età, con conseguenze spesso devastanti. ‘La sepsi è una condizione notoriamente difficile da individuare, e per fare ciò si basa sul fatto che gli operatori sanitari siano attenti alla possibilità di sepsi”, ha spiegato un medico che ha curato il piccolo.

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