Reggio Emilia si conferma pioniera degli uguali diritti e del linguaggio inclusivo. Dopo avere celebrato il primo matrimonio civile tra persone dello stesso sesso (era il 17 agosto 2016), venerdì 19 aprile il consiglio comunale della città ha approvato l’istituzione di bagni pubblici “gender free”.
L’iniziativa s’inserisce in un più vasto progetto di campagna per l’uguaglianza di genere. Nello stesso giorno, il comune ha anche approvato l’istituzione di una terza identità di genere sui questionari grazie alla casella “altro” oltre all’opzione maschio/femmina.
È stata inoltre accordata la possibilità per lavoratori degli enti aderenti di utilizzare l’alias in caso di fase di transizione sessuale.
Reggio Emilia sta portando avanti una battaglia contro le discriminazioni basate su sesso, genere e, più in generale, l’orientamento sessuale degli Lgbti (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e intersessuali).
“Siamo grati alle istituzioni e gli enti che hanno capito l’importanza dell’inclusione concreta delle persone LGBTI, per inviare segnali positivi che incoraggino il coming out tra gli utenti e prima ancora tra i propri lavoratori e lavoratrici – ha detto Alberto Nicolini, presidente di Arcigay Gioconda. “I diritti devono essere uguali per tutte le persone senza distinzione di orientamento sessuale. Dappertutto”, ha poi concluso.