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    Asse Di Maio-Zingaretti sulla legge elettorale. Renzi: “M5s è a pezzi, ma il governo non rischia”

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 5 Gen. 2020 alle 11:55 Aggiornato il 7 Gen. 2020 alle 11:45

    Asse Di Maio-Zingaretti sulla legge elettorale. Renzi: “M5s è a pezzi, ma il governo non rischia”

    Il mese di gennaio sarà il momento della verità per il governo Conte bis: come anticipato dallo stesso premier, è il momento di mettere a punto l’agenda del 2020 e stabilire se l’alleanza Pd-Movimento Cinque Stelle regge ancora. Un primo passo in questa direzione è avvenuto ieri con l’incontro a due a palazzo Chigi tra Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio, leader dei due principali partiti al governo, che hanno trovato un accordo di massima sulla legge elettorale.

    L’incontro tra i due leader, avvenuto in segreto, puntava a dare un segnale di unità nel governo – soprattutto dopo le nuove fuoriuscite da M5S – ma ha creato malumori negli alleati di Italia Viva, come riporta oggi La Stampa.

    I due leader hanno trovato un accordo di massima su un sistema proporzionale con sbarramento al 5 per cento. Questo potrebbe creare dei problemi al nuovo partito di Matteo Renzi, che nei sondaggi è dato al 4-4,8 per cento e sarebbe quindi al di sotto della soglia necessaria ad entrare in parlamento.

    La riforma elettorale potrebbe assicurare una vita più lunga alla legislatura, dal momento che costringerebbe il leader leghista Matteo Salvini a una “battaglia interna” con Giorgia Meloni, come sottolinea Repubblica. Ma, secondo Zingaretti e Di Maio, il sistema andrebbe bene anche al senatore di Rignano, che punterebbe a inglobare la parte “responsabile” di Forza Italia, con l’obiettivo di raggiungere almeno il 7 per cento alle prossime politiche. Ma i due leader alleati non si fidano e temono che l’ex sindaco di Firenze possa auspicare un rimpasto di governo.

    “La maggioranza regge tranquillamente”, assicura Matteo Renzi in un’intervista di oggi al Messaggero“Io non credo che sarà un anno facilissimo per i grillini, tutt’altro”, sostiene il senatore. “Ma continuo a pensare che sia più saggio per tutti arrivare a scadenza naturale della legislatura. E se i grillini ci arriveranno meno forti è un problema tutto loro”.

    “Ogni incontro tra segretari per me è positivo”, aggiunge commentando l’incontro tra Zingaretti e Di Maio. “Spero però che in queste ore Di Maio trovi il tempo di seguire soprattutto i dossier di politica estera” e “se fossi il ministro degli Esteri mi preoccuperei delle vere guerriglie, non di quelle farlocche interne a M5S. E anche se non farlocche, comunque insignificanti davanti ai problemi del Mediterraneo e del ruolo strategico dell’Italia in questa zona”.

    E assicura di aver sentito anche il segretario Pd: “in questi giorni di festa ho ripreso a sentirmi anche con Zingaretti dopo le polemiche post scissione. E mi sembra un fatto positivo. Lavoriamo tutti insieme con le nostre diverse sensibilità”.

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