Il Pd ormai è una polveriera. Che si avvicina al congresso col rischio addirittura di una scissione. Zingaretti, infatti, dopo mesi di attacchi quotidiani da parte degli ex renziani ancora presenti nel partito, ha deciso che piuttosto che rimanere imbrigliato nelle polemiche quotidiane e fare la fine di San Sebastiano, è meglio giocare in campo aperto.
Quindi ok al congresso e che vinca il migliore. A correre per la segreteria sarà certamente Bonaccini, spinto da Base Riformista dei vari Marcucci, Gori e Nardella. “Sono la mozione Torna a casa Matteo” chiosano dal Nazareno, mozione peraltro abbondantemente anticipata da TPI nelle scorse settimane.
“Renzi sondaggi alla mano non è certamente il politico più popolare d’Italia. Fare una battaglia congressuale per farlo rientrare nel Pd è davvero fuori dal mondo”, continuano i Dem fedeli a Zingaretti. “Ma la verità è che se dovesse prevalere Bonaccini il Pd si sposterebbe molto al centro e su una linea nordista molto vicina alle partite Iva e alle classi imprenditoriali. Ecco perché ieri Bonaccini si è messo in ‘linea’ con Salvini. Hanno un target elettorale molto comune. Che però non c’azzecca nulla con i valori di una formazione di centro sinistra come dovrebbe essere il Pd”, ragiona un parlamentare dem anti renziano. Ecco perché, se Bonaccini dovesse farcela, per il Pd potrebbero aprirsi le porte dell’ennesima divisione.
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