Voto M5S su Rousseau: il quesito fa esplodere la rabbia dei militanti
Esplode la rabbia dei militanti del M5S per la formulazione del quesito inerente al voto sulla piattaforma Rousseau, in cui gli iscritti dovranno decidere se il Movimento 5 Stelle dovrà partecipare o meno alle regionali che si terranno a gennaio in Emilia-Romagna e in Calabria.
Il quesito, infatti, è considerato fuorviante dal momento che, per dire Sì alla presenza del M5S alle prossime regionali, in realtà su Rousseau bisognerà votare No.
Questo, infatti, è il quesito che viene proposto agli iscritti della piattaforma Rousseau: “Vuoi che il MoVimento 5 Stelle osservi una pausa elettorale fino a marzo per preparare gli Stati Generali ed evitando di partecipare alle elezioni di gennaio in Emilia-Romagna e Calabria?”
La cervellotica formulazione del quesito, che era stata ufficializzata dal Blog delle Stelle una volta iniziate le votazioni, ha suscitato numerose polemiche tra gli iscritti.
Tra coloro che hanno protestato maggiormente contro la decisione di votare su Rousseau c’è il deputato calabrese del M5S Francesco Forciniti, che ha parlato di “umiliante votazione online”. Forciniti ha anche affermato che si tratta di un “subdolo gioco di palazzo per lasciare al Pd qualche possibilità in più di salvare le proprie poltrone emiliane, con l’illusione da parte di qualche stratega romano che questo possa rafforzare il governo giallorosso”, sottolineando poi la “scorrettezza” del quesito “perché indirizza l’esito del voto in maniera palese”.
Anche il deputato Riccardo Tucci aveva parlato del voto su Rousseau come di una “porcheria”. Massimo Misiti, invece, aveva affermato che il quesito “mortifica noi parlamentari ed il lavoro che abbiamo fatto nell’affannosa ricerca di un candidato autorevole da candidare alla presidenza”, mentre Paolo Parentela ha annunciato le sue dimissioni da coordinatore della campagna elettorale.
“Con il voto di oggi su Rousseau – ha spiegato Parentela – i vertici del Movimento 5 Stelle scelgono di non scegliere, deludono le migliaia di attivisti calabresi che con sacrifici e rischi hanno sempre lavorato sul territorio, ignorano il percorso che abbiamo già avviato e scaricano su tutti gli iscritti la responsabilità di una scelta inquadrata in termini profondamente sbagliati”.
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