Voto anticipato ma il “vitalizio” è salvo: i parlamentari non perderanno il diritto alla pensione
Il caos politico degli ultimi giorni non impedirà a senatori e deputati di percepire la propria pensione da parlamentari, il cosiddetto “vitalizio”, seppur per una manciata di giorni.
La scadenza per maturare il diritto alla quota di pensione sui cinque anni della legislatura cade infatti il 24 settembre, appena un giorno prima della data annunciata ieri per le elezioni. Anche con un’altra data però, i parlamentari non avrebbero avuto da temere: fino all’insediamento del nuovo parlamento rimarranno infatti in carica ancora i membri di quello attuale. In base ai tempi stabiliti dalla Costituzione i lavori delle camere riprenderanno il 15 ottobre, ben 21 giorni dopo la data fatidica.
Anche nel caso in cui la legislatura fosse durata meno dei 4 anni, sei mesi e un giorno richiesti dalla legge, i parlamentari avrebbero potuto riscattare il periodo mancante versando circa 3 mila euro per ogni mese di contributi non versati. Una garanzia a cui non sarà necessario ricorrere visto che la durata della legislatura supererà di qualche giorno la soglia minima per maturare la pensione, che scatterà al compimento dei 65 anni.