Il nostro Paese è uno dei più fragili in Europa di fronte alla crisi climatica. La scienza del clima ci mostra da tempo che l’Italia, inserita nel contesto di un hot spot climatico come il Mediterraneo, risente più di altre zone del mondo dei recenti cambiamenti climatici di origine antropica e dei loro effetti, non solo sul territorio e gli ecosistemi, ma anche sull’uomo e sulla società, relativamente al suo benessere, alla sua sicurezza, alla sua salute e alle sue attività produttive. Dalle ondate di calore che mettono a rischio la vita delle persone più fragili e dei lavoratori che operano all’aperto, alle devastanti perturbazioni rese più gravi dall’assenza di strategie di adattamento, dalla trasformazione del ciclo dell’acqua con lo scioglimento dei ghiacciai alpini alla riduzione di piovosità agli impatti sulle montagne, sempre più instabili ed esposte all’erosione, fino al fenomeno delle migrazioni climatiche.
Sono costi innanzitutto di vite umane, ma anche sociali ed economici, dato che l’avanzare del cambiamento climatico ridurrà drasticamente lo sviluppo economico e causerà danni rilevanti a città, imprese, produzioni agricole, infrastrutture. Infine, muterà anche il nostro stile di vita, rendendo le attività outdoor nei giorni di caldo estremo impossibili, cancellando la neve dalle montagne, modificando fauna e flora come i nostri nonni l’hanno conosciuta.
Il 25 settembre si vota per eleggere i rappresentanti che sappiano portare le istanze per noi più importanti. Come Patagonia crediamo che il tema del cambiamento climatico sia centrale, insieme alle questioni sociali più pressanti, occupazione e diritti. Mettere l’Italia nella condizione di creare opportunità per le generazioni presenti e future grazie a un’economia decarbonizzata e ridurre l’esposizione al rischio della crisi climatica con piani concreti di adattamento per città e aree rurali, costiere e montane, è e deve essere la priorità del prossimo governo e dei partiti tutti.
Gli scienziati e le scienziate del nostro Paese hanno lanciato un appello nei confronti dei partiti: includere la lotta alla crisi climatica come base necessaria per ottenere uno sviluppo equo e sostenibile negli anni a venire.
Per questo il 25 settembre è importante andare a votare scegliendo candidati e candidate che abbiano le competenze in questo campo e che abbiano incluso la questione climatica nel proprio programma elettorale, con dovizia di dettagli ed esempi concreti di azione.
Un appello soprattutto per coloro che non hanno ancora deciso di esercitare questo diritto, che magari hanno a cuore la questione, ma ritengono votare inutile. Ogni voto per il clima sarà un segnale importante, più importante delle manifestazioni, dei post sui social media, delle azioni di comunicazione, di cui anche noi in Patagonia prendiamo spesso parte. Il voto è il momento più alto della partecipazione delle cittadine e dei cittadini alla vita democratica di un Paese, in Italia come in tutti i Paesi dove questo diritto è concesso. È una dichiarazione di impegno, è un segnale di volontà politica che, data la gravità della crisi climatica, non si può ignorare. Per questo come Patagonia abbiamo voluto dare un segnale di partecipazione da parte della nostra community, anche per mobilitare gli indecisi, siano amici, parenti o semplici conoscenti.
In inglese si chiama Get Out the Vote, tira fuori il voto, ed è il lavoro di motivare gli indecisi, i delusi, neoelettori o neoelettrici al primo volto o coloro che hanno dimenticato il peso e la bellezza della partecipazione, pensando che un politico valga l’altro.
Non è così, un voto per il clima non è un voto per chi vuole ancora fonti fossili, chi sfrutta la paura della cittadinanza per riproporre vecchie soluzioni a base di gas e carbone, chi dice di agire per il clima ma in passato ha fatto di tutto per ostacolare la decarbonizzazione e le rinnovabili.
Per questo è doveroso andare a votare scegliendo chi davvero ha sposato la causa climatica.
Nel mio ruolo di Country Manager Italia per Patagonia, non sto esprimendo il mio appoggio a nessun candidato o partito, ma voglio sottolineare l’importanza del clima nella scelta elettorale. Per sapere chi si è impegnato maggiormente sul fronte ambientale nei suoi programmi elettorali si può leggere l’analisi svolta da un gruppo super partes di 20 scienziati ed esperti di politiche sul clima e l’energia, che ha redatto un “Indice di Impegno Climatico per le Elezioni Politiche 2022”.
I prossimi 7 anni saranno fondamentali per far cambiare rotta alla crisi climatica, ecco perché è importante eleggere in Parlamento politici che abbiano compreso l’importanza della sfida. Ogni voto potrebbe fare la differenza, una responsabilità che ognuno di noi si deve assumere con gioioso dovere civico. Il futuro del nostro pianeta ha bisogno di te. Buon voto!
Fabio Zardini
Country Manager Italia, Patagonia