Gli Stati Uniti puntano su Mario Draghi per allontanare Vaticano e Cina
Stati Uniti e Italia sono “stretti partner e alleati” e Washington auspica di rafforzare “l’eccellente cooperazione” tra i due Paesi, “sia come alleati nella Nato che come partner economici di lunga data”, ma la Casa bianca non dimentica il Vaticano.
È sotto questi auspici che si apre la visita del segretario di Stato americano, Antony Blinken, arrivato ieri a Roma e atteso poi a Matera, almeno secondo una nota del dipartimento di Stato Usa, nella quale si definisce il Belpaese “un alleato chiave della Nato, un leader e garante della sicurezza nella comunità internazionale e un partner affidabile”.
L’Italia svolge un ruolo cruciale nel garantire la sicurezza transatlantica, in particolare nell’assicurare il fianco meridionale dell’Alleanza e attraverso la sua partecipazione alle missioni Onu e Nato in Iraq, Kosovo, Libano e Afghanistan – si legge ancora nel testo, in cui inoltre Washington riconosce al nostro Paese “un ruolo importante nello schierare il sostegno internazionale per il progresso in Libia“.
In realtà, più che sull’Italia, con cui da quando Mario Draghi è al governo la sintonia è ottima, il vero nodo cruciale degli incontri di Blinken riguarderà il Vaticano e Papa Francesco: stamattina i due avranno un colloquio privato.
Ovviamente i contenuti dell’incontro saranno top secret ma ambienti molto bene informati del deep state rivelano che probabilmente sarà toccato anche l’argomento Cina. Questa per l’amministrazione statunitense sarà la parte più importante del viaggio nel Belpaese.
Anche se Joe Biden è il secondo presidente cattolico della storia americana, dopo John Fitzgerald Kennedy, e con Bergoglio i rapporti personali sono ottimi, c’è una questione che sta molto a cuore all’amministrazione americana ed è quella, ça va san dire, del rapporto giudicato troppo stretto tra la Santa Sede e il regime cinese.
Perché il vero obiettivo della nuova amministrazione statunitense è riportare sotto l’ombrello euro-atlantico non soltanto la renitente Europa targata Merkel e Macron ma anche il Vaticano di Papa Francesco. È questo il disegno strategico di Joe Biden: “staccare” Bergoglio dalla Cina di Xi Jinping e riportare la Santa Sede sotto l’ala protettrice americana.
Il timore è che le intese “provvisorie” riguardanti i vescovi – che Washington considera asimmetriche e troppo sbilanciate a favore dei cinesi – possano diventare qualcosa di più profondo, fino ad arrivare a stabilire in un prossimo futuro relazioni diplomatiche con Pechino, utilizzate da quest’ultima come “portale” d’ingresso verso l’Occidente.
Insomma, qualcosa di molto simile ad una “Via della seta“. Inutile dire che, come per l’Europa, anche in questo caso gli Stati Uniti contano molto sull’appoggio di Mario Draghi per raggiungere l’obiettivo. Non solo in qualità di Presidente del Consiglio italiano ma anche in quanto autorevole membro della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali e, come spiegano Oltretetevere, personalità molto ascoltata da Papa Francesco.
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